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Gattinoni, creativita’ e fantasia

Fernanda comincia la sua carriera a Londra negli anni Venti; grazie all’aiuto di uno stilista italiano, inizia a lavorare per una delle Maisons più importanti dell’epoca, “Molineaux”.

Gattinoni
© u.s. maison - Archivio Gattinoni

Dietro il nome di un’importante e riconosciuta griffe di moda spesso si cela la storia personale di un uomo o di una donna che hanno saputo tramutare il proprio sogno in realtà e trasformare una passione in arte vera e propria.
La storia della Maison Gattinoni ne è sicuramente un esempio, perché è la storia di una donna, Fernanda, che ha costruito con le sue sole forze un sogno che vive ancora oggi.
Fernanda comincia la sua carriera a Londra negli anni Venti, creando costumi per le commedie rappresentate all’ospedale italiano; grazie all’aiuto di uno stilista italiano, conosciuto quasi per caso, inizia a lavorare per una delle Maisons più importanti dell’epoca, Molineaux.
In questo periodo frequenta Buckingam Palace e conosce attrici come Mae West e alcune tra le donne più importanti dellepoca, tra cui Wally Simpson; nel salotto parigino dellattrice Ina Claire, dove è invitata a mostrare i modelli della collezione Molineaux, conosce Coco Chanel, che le propone di lavorare nel suo atelier.
Fernanda decide di tornare in Italia, dove inizia la sua collaborazione creativa nellatelier Ventura a Milano; nel giro di pochi anni le viene affidata la direzione artistica, e nel 1934 la direzione stilistica della sede romana della Maison. In questi anni veste le donne più affascinanti dellaristocrazia romana e famose attrici di Hollywood; si dice che fu proprio di Fernanda lidea di strappare le maniche difettose dellabito da sposa di Maria Josè, Principessa del Belgio, a pochi minuti dallinizio della cerimonia che lavrebbe consacrata Regina dItalia.
Nel 1945, lasciata la direzione di Ventura, Fernanda Gattinoni inaugura un piccolo atelier dalta moda a Porta del Popolo, e appena due anni dopo la sua nuova Maison di Via Marche, un edificio a due piani con 120 lavoranti, è già un salotto frequentato dagli esponenti della cultura del dopoguerra, artisti come Guttuso e personaggi del cinema come Roberto Rossellini, che vi accompagnava sua moglie Ingrid Bergman perché ne fosse curata limmagine di diva.
Tra le clienti della Maison figurano i nomi di Anna Magnani, Lana Turner, Rossella Falk, la Lollobrigida; sono della Gattinoni gli abiti indossati da Audrey Hepburn in Guerra e Pace, film che ottiene la nomination allOscar per i costumi.
Negli Sessanta la moda Gattinoni sbarca a New York e Fernanda, prima stilista a portare la moda italiana negli Stati Uniti, sfila per Jackie Kennedy alla Casa Bianca; negli anni Ottanta e Novanta viene insignita delle più alte onorificenze della Repubblica Italiana.
Fernanda, una donna dalla personalità incisiva e determinata, è dunque la creatrice e forse lanima della griffe Gattinoni, colei che riesce a far brillare questo nome nel firmamento dellalta moda; ma latelier di Via Toscana cresce e si evolve negli anni ottanta con le creazioni di suo figlio Raniero.
Raniero imprime allazienda una vera e propria svolta, affiancando allalta moda il pret-a-porter; la sua intuizione innovativa consiste nel saper creare un prodotto industriale mantenendo le caratteristiche proprie di un manufatto artigianale.
Dopo la scomparsa di Raniero limmagine della Maison è oggi affidata alla creatività solare di Guillermo Mariotto, giovane stilista sudamericano dallo stile esplosivo e fantasioso, e allabilità manageriale di Stefano Dominella, che ne cura lorganizzazione generale.
Il futuro dellatelier di Via Toscana 1 è affidato alla creatività di giovani aspiranti stilisti che con Guillermo collaborano a mantenere vivo il sogno di Fernanda tramutato ormai da tempo in realtà.

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