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A scuola di creativita’

I segreti di una scuola di moda all’avanguardia. Le tecniche di insegamento e gli incentivi. Come si tirano su bravi stilisti.

Riciclando
© NEXTA.com, 2001

Equilibrio tra conoscenza scientifica e competenza pratica sono le caratteristiche principali su cui si fonda il metodo operativo dell’Istituto Europeo di Design da più di trent’anni. Il collegamento tra sapere e saper fare è la premessa indispensabile al raggiungimento dell’obiettivo di fondo della formazione: la capacità del progettista di creare prodotti innovativi in funzione delle condizioni reali della tecnica, delle strutture produttive e del mercato.
“Riciclando”, alla sua terza edizione, è l’espressione di un progetto più complesso che la Scuola di Moda dell’Istituto Europeo di Design porta avanti tutti gli anni proprio perché fa parte del programma didattico del secondo anno. “Il pensiero, la ricerca, l’assemblamento delle idee, delle linee e delle forme porta poi alla creazione di una collezione” afferma Luisa Villani, Direttrice della Scuola di Moda. “Noi spingiamo i ragazzi verso l’esterno, verso stimoli nuovi per aprire la mente. Li aiutiamo a evadere dal quotidiano, da tutto quello che è abitudine e specialmente a sottrarsi alla ‘legge’, ai modelli, agli stereotipi che il mondo della moda impone e che inconsciamente accettiamo. Fondamentale è la ricerca a sperimentare nuovi materiali, nasce l’esigenza di abituarsi a confrontare idee e realtà circostanti, quelle ‘vere’, decostruire e ricostruire i capi per capire e poi poter impiegare e sviluppare le forme.”
Al primo anno della Scuola gli studenti vedono il lavoro dei loro colleghi più ‘anziani’ e spesso si spaventano davanti ai risultati ottenuti, ma l’entusiasmo e la grinta li spingono ad impegnarsi per voler superare le creazioni degli altri.
“Cerchiamo di insegnare una metodologia di ricerca – continua la Direttrice Villani – non cosa, ma come ricercare. L’importante è metterli in grado, dare loro gli strumenti efficaci, indicargli la direzione e stimolarli alla ricerca, a partire dalla loro storia personale, per poi tirare fuori le idee. Esprimere se stessi spesso non è facile, noi cerchiamo di guidarli e poi, sulla base di questi input, li lasciamo liberi di creare e produrre idee. Una volta pronti si orientano anche sulla ricerca del materiale, fase importante, perché il ‘quid’ con cui si lavora è fonte di ispirazione. Qualcuno addirittura si innamora del materiale e lavora su questo plasmandolo, trasformandolo fino a farlo diventare un vestito.” Uno degli studenti è partito dagli ombrelli, li ha smembrati pezzo per pezzo e ha creato impermeabili utilizzando le stecche come ornamento. Un altro ha preso le tende del salone di casa e ne ha tirato fuori un vestito principesco. Un’altra ancora è partita dagli strofinacci e si è ispirata a tutto il mondo della cucina, arricchendo i suoi abiti con tappi di bottiglia, con il ‘mocio’, la ventosa sturalavandini e così via. “Osservare il mondo con un’altra prospettiva – conclude la Direttrice – cercando di guardare oltre la ‘vetrina’ per trovare, senza farsi condizionare, qualcosa che in realtà e già lì, ma solo in forma potenziale.”