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Riciclando

Chi usa tappeti, che lattine di coca cola, che carta e chi plastica. Il tessuto (quello caanonico) non fa il monaco. O per lo meno non come prima. Una mostra raccoglie una stravagante collezione.

Riciclando
© NEXTA.com, 2001

Sperimentazione, creatività e materiali riciclati sono i fattori base della mostra “Riciclando”, ideata dall’Istituto Europeo di Design, che è l’espressione di un progetto più complesso di riciclaggio che coinvolge gli studenti del secondo anno della Scuola di Moda. Un’iniziativa di alto profilo culturale, fondata sulla sinergia tra ricerca e sperimentazione, che spinge gli studenti stessi, futuri operatori nel settore della moda italiana ed internazionale, a confrontare le proprie idee, la propria storia personale e la creatività per dare vita ad una collezione di abiti e accessori attraverso lo studio, la lavorazione e la composizione di materiali riciclati.
L’intento del progetto è di indirizzare le nuove generazioni verso la consapevolezza sempre più concreta di un mondo che può rinascere grazie all’utilizzo di materie secondarie, spesso ignorate a causa di un’errata concezione della parola ‘irrecuperabile’. In un mondo in cui si fa sempre più attenzione al rispetto per l’ambiente, si cerca di sviluppare un interesse intorno ad un’idea di moda potenziale e parallela a quella che tutti noi siamo abituati a vedere e a subire. Uscire dagli schemi e creare qualcosa di nuovo e unico rispetto a quello che il fashion system ogni giorno ci propone. “Riciclando” è un inno all’esistenza senza tempo: cento abiti ecologici e indossabili, creati a dimostrazione del forte significato che ancora oggi possono assumere i materiali più semplici messi a disposizione della creatività umana dalla natura.
Una collezione creata attraverso l’utilizzo particolare di oggetti comuni. Abiti e accessori realizzati manipolando materiali dissimili e solo apparentemente inutilizzabili. Tappeti, tende sgualcite, materie plastiche, strofinacci. E ancora legno, lattine, cd, cellophane, piume, bucce d’arancia: gli studenti dell’Istituto Europeo di Design si sono divertiti a giocare con residui di vita quotidiana e a reinterpretarne il significato.
“L’abito esprime la mia creatività – afferma Marta Maltauro, 25 anni, studentessa del secondo anno della Scuola di Moda – che nasce non solo delle sensazioni e dalla personalità, ma anche dal mio percorso di studi e dalle nozioni che mi appartengono. Lo scorso anno ho studiato la storia del costume nel Gotico e nel Medioevo, mi sono appassionata a questo studio e, con la mia fantasia e il materiale che ho deciso di utilizzare, è venuta fuori l’idea per la collezione. Ho disegnato otto capi e tra questi ho scelto quello che avrei realizzato. Si tratta di un vestito lungo di colore violaceo che richiama le forme del gotico, strutturato su due livelli narrativi, due strati, con un’apertura sul davanti e completato da una coda costituita da foglie. Mi sono servita di garza di cotone, fodera per le tasche dell’interno dei pantaloni, tulle, acetato e foglie di felce vere, che per necessità di deperimento ho sostituito con foglie finte.”