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Marilyn Monroe racconta la sua storia

La storia di Marilyn Monroe raccontata nella sua unica autobiografia, mai pubblicata finora in italiano

Marilyn Monroe
AP

Marilyn Monroe, il mito, la diva che ha incarnato per decenni la quint’essenza della sensualità, è l’assoluta protagonista del libro La mia storia, la sua autobiografia. Pubblicato negli Stati Uniti nel 1974, a dodici anni dalla sua tragica scomparsa, il libro esce per la prima volta in una traduzione italiana per la casa editrice Donzelli, corredato da una serie di 47 splendide foto esclusive tratte dall’archivio di Milton H. Greene.

Nonostante la presenza del ghost writer, Ben Hecht, uno dei più grandi sceneggiatori di Hollywood, la voce di Marilyn trapela da ogni pagina di questo racconto, al tempo stesso intenso e disilluso, pieno di sognante ingenuità e di una sincerità a tratti disarmante. Dalle pagine della “sua” storia Marilyn emerge proprio come ce la consegnano i suoi scatti più famosi: sensuale, algida, eterna bambina cresciuta troppo in fretta, persa dietro i suoi sogni di successo e con un immenso bisogno di essere amata.

Marilyn non è l’unica eroina di questa storia: di tanto in tanto emerge anche un alter ego della diva, la piccola Norma Jean, la ragazzina triste che la Monroe si porterà dentro per sempre. Norma Jean, appena adolescente, comincia a prendere atto della sua bellezza, e vi si aggrappa con tutta se stessa: “Ma che diavolo hai per essere così fiera? E rispondevo: Tutto, tutto. E iniziavo a camminare lentamente e a girare la testa piano piano come se fossi una regina”.

Gli amori di Marilyn trovano posto nelle pagine di questo libro, da quello drammatico per un uomo che non la corrispondeva e che non perdeva occasione per farle notare le sue lacune a quello mai consumato per il suo agente e amico Johnny Hyde, fino all’incontro con il campione di baseball Joe DiMaggio, che la conquista con il suo silenzio.

Il libro racconta anche un’altra storia, quella di una Hollywood nel suo periodo d’oro, popolata da dive piene di rancore per la prorompente bellezza di Marilyn – memorabili i racconti delle sue faide con Zsa Zsa Gabor e con Joan Crawford – e attori galanti, ma soprattutto di tanti, tantissimi sognatori che cercano di sfondare proprio come Marilyn e saltano da uno studio all’altro a caccia di un provino. In questa Hollywood Marilyn si sente spesso uno specchio che riflette il peggio di chi la guarda: “La gente”, scrive, “non vedeva me, vedeva i propri pensieri osceni. Poi si ripuliva definendo me l’oscena”.

Il racconto si conclude con il matrimonio con DiMaggio e il tour della diva in Corea, in visita delle truppe americane: ciò che accadde dopo è stato oggetto di altri libri e di tante, tantissime speculazioni. C’è una frase, in questo libro, al tempo stesso ingenua e intensa, che racchiude forse tutto il senso dell’impegno profuso da Marilyn/Norma per cercare di sfondare: “Sapevo che appartenevo al pubblico e al mondo, non perché avessi talento e nemmeno perché fossi bella, ma perché non ero mai appartenuta a nient’altro o nessun altro. Il pubblico era la sola famiglia, l’unico principe azzurro, l’unica casa che avessi mai sognato”.

Autore: Marilyn Monroe

Titolo: La mia storia
Editore: Donzelli
Pagine: 221
Prezzo: € 19,00

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