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Indonesia: la via per l’illuminazione

Sull’isola di Giava si trova il più grande monumento buddista del mondo, Patrimonio dell’Umanità Unesco: Borobudur

Tempio buddista Borobudur in Indonesia
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Dieci anni di lavoro ed oltre venti milioni di euro. Grazie a questi numeri ed al patrocinio dell’Unesco dal 1983 ad oggi è possibile ammirare il Borobudur in tutto il suo splendore, così come appare dopo gli ingenti lavori di smantellamento e restauro al quale è stato sottoposto.

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Innalzato attorno all’ottocento dopo Cristo, questa imponente costruzione è sita in Indonesia ed è l’edificio più grande dedicato al Buddismo. Curioso pensare come il monumento più imponente di tale dottrina, sarebbe infatti errato parlare di religione vera e propria, sia situato in una nazione a prevalenza musulmana.
Il Borobudur ha una tipica forma piramidale, questo perché rappresenta il cammino spirituale necessario all’animo umano per raggiungere la purezza dello spirito. Costituito da ben dieci terrazze, ognuna delle quali rappresenta una fase del suddetto tragitto mistico, è diviso in tre differenti livelli che rappresentano l’emancipazione della sfera dei sensi, la tensione verso la sfera spirituale e la progressione dell’anima verso il Nirvana.

Chi è fermamente intenzionato a ritrovare il proprio io nel periodo vacanziero può decidere di trascorrere le proprie ferie in questo magnifico tempio, nel cuore di Giava. Raggiungere qui la pace dei sensi non è poi così difficile, basta ammirare il paesaggio che ci si staglia davanti non appena si giunge su posto, con un panorama che si apre a trecentosessanta gradi sui quattro vulcani che circondano la zona, tra l’altro probabilmente la causa dell’abbandono del tempio solo duecento anni dopo la sua costruzione.

Riscoperta dai britannici all’inizio del diciannovesimo secolo, questa magnifica costruzione è rivestita da circa cinque chilometri di bassorilievi che circondano le dieci terrazze sopracitate, rendendole a dir poco uniche. Quelle superiori, che ovviamente diventano sempre più piccole, sono disseminate di settantadue  “stupe”, letteralmente “fondamento dell’offerta” sono antichi manufatti buddisti volti alla conservazione delle reliquie, a forma di campane e ben quattrocento nicchie contenenti statue del Buddha. Sono proprio queste ultime a dare al Borobudur la sua tipica forma spinosa, che gli ha regalato il soprannome di porcospino.

Il momento migliore per ammirare lo splendore di questa costruzione è senza dubbio il mattino al sorgere del sole, quando la foschia che avvolge le piantagioni di cocco e le risaie si solleva lentamente rivelando il bellissimo ed al tempo stesso terribile profilo dei quattro vulcani all’orizzonte. 

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