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Wearable technology, il futuro dell’abbigliamento

Scarpe parlanti, magliette con sensori, guanti per telefonare: la tecnologia entra nel guardaroba

Tecnologia

I Google Glass sono solo la punta dell’iceberg, l’esempio più conosciuto al momento di wearable technology, ovvero di tutta quella tecnologia che si indossa e si porta con sé, ma le previsioni indicano che questa sarà la strada del futuro, non un’eccezione ma fenomeno di massa. E’ proprio sull’hi tech pret-à-porter che si sfideranno nei prossimi anni i giganti della tecnologia, e secondo gli esperti di Credit Suisse da qui al 2023 il valore sul mercato di questi gadget decuplicherà (fonte: il rapporto ‘The next big thing: wearables are in fashion’). Ci stiamo preparando ad indossare gli occhiali di Google, a portare gli smartwatch al polso, ma la fusione tra accessori e tecnologia si sta spingendo oltre, contagiando l’abbigliamento e i suoi colossi. Il polso della situazione ce lo da l’ingaggio di Paul Deneve, Ceo di Saint Laurent ad Apple, per fare un esempio. Ma anche Adidas, Nike e altri colossi dell’abbigliamento stanno provvedendo a fondere il loro savoir faire con i tecnici delle aziende informatiche.

Per cominciare proprio con i due colossi, Adidas sta per lanciare insieme a Google le scarpe parlanti, che misurano l’attività fisica e possono fornire consigli su come migliorarla. La stessa azienda ha dotato alcuni modelli di scarpa intelligente di chip NFC posizionato sui lacci, chiamato Lace Jewel: un piccolissimo accessorio in grado di comunicare con lo smartphone, fornendo dettagli sul prodotto, dalle caratteristiche tecniche ai commenti degli utenti che lo possiedono, ovviamente con la possibilità di condividere il tutto sui social network. Nike sta invece migliorando le prestazioni delle già esistenti Fuel Band, fasce da polso che registrano le calorie bruciate dalla persona che li indossa.

Numerose le start-up in questo settore, come Omsignal, brand canadese che sta progettando una maglietta tanto intelligente da registrare i parametri vitali di chi la porta. La start-up americana Usa Heapsylon sta invece realizzando un prototipo di calzino intelligente pensati per chi fa jogging. Monitorare il corpo umano diventerò normale insomma, e non solo facendo fitness: Melon sta studiando una fascia per capelli che registra l’attività cerebrale e la comunica tramite una applicazione, fornendo consigli sul proprio livello di concentrazione e su come migliorarlo. Ma non finisce qui. Francesca Rosella, ex stilista in casa Valentino, ha creato per il brand inglese Cute Circuit degli abiti dotati di luci LED sulle quali si visualizzano i tweet inviati al proprio account; non manca la maglietta collegata a Facebook.

Telefonare in inverno è un problema, perché gli smartphone non vanno d’accordo con i guanti? Nessun problema, arriveranno presto i guanti-telefono di Sean Miles. Stupiti? Forse perché non conoscete i pannolini intelligenti, che fanno in diretta l’analisi delle urine del neonato (Smart Diapers di Pixie Science). Pare che Apple stia lavorando a dei sensori che applicati sotto la suola delle scarpe informeranno l’azienda sulla necessità di cambiarle, la quale si prodigherà ad informare e persuadere l’utente a procedere con il nuovo acquisto.

Insomma come nel più futuristico degli scenari cinematografici il guardaroba diventerà un piccolo deposito tecnologico, con buona pace della privacy. Secondo gli esperti di marketing il futuro è qui, nella tecnologia pret-à-porter.

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