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Trashed, il giro del mondo passa per i rifiuti

Candida Brady è il nome che si cela dietro al film di denuncia che, continente dopo continente, racconta il male del mondo, l’inquinamento, tra disprezzo e speranza.

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C’è chi va al mare, chi al lago, chi in città o ancora chi predilige la montagna: a rompere le righe è Candida Brady la regista che ha realizzato un documentario che, a differenze di quanto si è soliti vedere, non mette il luce le mille meraviglie del mondo, anzi, sottolinea il lato trash che coinvolge tanto moderne società consumistiche quanto realtà apparentemente incontaminate facendo luce sugli evidenti problemi che riguardano il pianeta Terra.

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Il film di denuncia, chiamato per l’appunto Trashed, interpretato da Jeremy Irons, pone l’accento su di una tematica molto attuale, quella dei rifiuti, che tiene alta l’attenzione a livello nazionale e internazionale, una problematica che grava sul futuro di tutti e necessita di una corretta gestione al fine di evitare di arrecare danno tanto all’ambiente quanto all’uomo stesso. Il viaggio spazia da un continente all’altro, dal Libano all’Inghilterra, dall’Asia all’America: tante realtà diverse accomunate da un unico grande problema, quello dell’inquinamento dell’aria, della terra e dell’acqua.

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Stando ai dati dell’ultimo rapporto dell’International Solid Waste Association, nel mondo vengono prodotti circa 4 miliardi di tonnellate di rifiuti l’anno tra quelli urbani, ovvero gli scarti domestici prodotti dai privati, e scarti speciali, quelli che derivano da lavorazioni industriali e da attività commerciali e produttive: le stime sono tutt’altro che rosee, secondo gli studi infatti nei prossimi 15 anni l’immondizia raggiungerà cifre da capogiro che andranno a sfiorare i 6 miliardi di tonnellate l’anno con danni ambientali e sanitari di grande entità. Approcciando la cosa da un punto di vista economico, la Banca Mondiale parla di circa 205 miliardi di dollari all’anno necessari per far fronte allo smaltimento dei rifiuti urbani, cifre che, nei prossimi 10-15 anni, potrebbero anche raddoppiare.

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Uno dei casi più gravi è quello delle ecomafie e lo smaltimento illegale dei rifiuti in quanto non vengono rispettati i principi di sicurezza ambientale e sanitaria con ripercussioni nell’aria, fiumi, coltivazioni, generi alimentari e, di conseguenza, sulla salute dei cittadini: basti pensare che, dal 2006 al 2009, nella sola Campania sono stati 13 i milioni di tonnellate smaltiti pericolosamente.

Grandi disagi anche quelli che si registrano in Ghana, a Agbogbloshie, vicino Accra, una vera e propria discarica a cielo aperto fatta di rifiuti elettronici e tecnologici: peccato che qui, negli immediati dintorni, vivono circa 40.000 persone costrette a barcamenarsi tra frigoriferi, computer, televisori etc. riciclati dai locali che cercano di crearsi una fonte di reddito sfruttando i metalli, dando fuoco ai pezzi abbandonati senza tenere però in considerazione tutte le sostanze tossiche che si liberano nell’aria.

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Quanto si nasconde dietro la questione rifiuti? Trashed svela tanti aspetti interessanti di questo mondo “sporco” senza farsi mancare critiche nei confronti di chi non pone un limite a tanto scempio: la posta in gioco è alta e il prezzo da pagare per molti è la vita.  

Non tutto è perduto: il film lascia un barlume di speranza, vedere il mondo con coscienza potrebbe portare a cambiare lo stato dei fatti, basterebbe una piccola partecipazione di ogni individuo e politiche ambientali ragionate per una rivoluzione finalizzata a regalare a se stessi e al prossimo un mondo migliore.

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