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Ristoranti asiatici, la top five

Torino, Milano, Roma: i locali per gli appassionati della cucina cinese, coreana, giapponese o thai

coppia assaggia cibo asiatico con bacchette
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Mangiare asiatico non è solo una questione di gusto. Cultura, eleganza e tradizione gastronomica imperiale sono racchiuse all’interno di una cucina che trae il suo successo da dottrine mediche che ne caratterizzano le ricette. Nei piatti asiatici è infatti fondamentale trovare l’equilibrio perfetto tra elementi femminili (ying) come frutta e legumi ed elementi maschili (yang), come fritture e proteine.

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L’uso delle bacchette influenza anche il formato dei piatti, ma non è solo un accorgimento pratico: nello sminuzzare il cibo si nasconde un principio salutare legato al fatto che, così, l’elemento ying e quello yang di un cibo si fondono perfettamente a beneficio della salute. Ben lontani da involtini primavera precotti e collosi spaghettini di soia, la cucina asiatica ha preso piede talmente bene in Italia, che oggi nei ristoranti cinesi, giapponesi o thai ci si fa concorrenza sulla qualità degli ingredienti, come nelle osterie di territorio più blasonate.

Da qualche anno, nel mercato dei contadini di Porta Palazzo, meta di studenti, hippie, salutisti e radical-chic torinesi, si trovano banchi di venditori asiatici che riforniscono i ristoranti cittadini di prodotti tipici della loro gastronomia coltivati nelle campagne intorno a Torino.

La Grande Muraglia è un ristorante cinese fatto per i cinesi. Qui si possono assaggiare le meduse, gli spaghetti di soia fatti a mano e la scenografica huo guo, una pentola in cui si fanno bollire le pietanza direttamente in tavola. E per i puristi del cinese vecchio stile c’è il menu dedicato.

Zheng Yang è diretto da Piero Ling, un decano del cinese di qualità. Dal 1988 collabora con Slow Food e tiene dal 2008 uno stand al Salone del Gusto. Nel suo ristorante abbondano i consigli dei camerieri che convinvono a provare ogni cosa, ma soprattutto il pesce e i crostacei cucinati alla maniera cantonese, freschissimi e di prima qualità come il granchio con cipollotti e zenzero o il rombo imperiale al vapore.

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A La via della Seta, lo chef Yu Xuzuan – che i clienti più affezionati chiamano Giuan –  è un cuoco di professione, che sperimenta accostamenti tra la cucina cinese e quella piemontese. Un esempio? Il suo fritto misto: una contaminazione tra quello piemontese e quello portato dalla Cina. Non mancano però anche i piatti più “esotici” come la marmitta mongola, i ravioli in brodo alla pechinese e l’anatra arrostita.

Uno dei primi cinesi di Torino, Du Cheng è il punto di riferimento per gli amanti del riso alla cantonese da oltre un quarto di secolo. Ristorante alla vecchia maniera, con un ampio menu che va dai classici ravioli al vapore al filetto di maiale con bambù e funghi. Per chi ha voglia di immergersi in un’atmosfera sino-vintage e non disdegna i dragoni.

Gli ingredienti di King Hua sono quasi tutti locali, km zero, con la provenienza indicata sul menu. I gestori infatti si riforniscono da contadini cinesi di Porta Palazzo. Da provare le diverse tipologie di ravioli dai nomi evocativi, della serie “Ravioli verdi come la speranza” e il tipico baozi, descritto sul menu come “panino ripieno di carne al vapore”. Inoltre il servizio di consegna a domicilio è davvero efficiente.

Sulla scia dei cinesi più “fedeli”, tra locali di fama consolidata o di nuova generazione, ecco cinque ristoranti asiatici frequentati in larga parte dalla popolazione sino-meneghina.

Yuzu propone cucina asiatica di altissimo livello. In questo locale in zona Porta Romana è possibile gustare lo special roll gourmet con filetto di manzo e foie gras, gli Aburi di salmone e tonno, involtini di tonno o salmone ripieni di tartare di pesce con capesante e salsa yuzu (frutto simile al mandarino). Da non perdere il dessert Mochi, il tipico gelato preparato con pasta di riso.

Da Bab è possibile deliziarsi con le specialità della Corea del Sud. Nel menu troviamo il Kimbab, uno dei piatti coreani più apprezzati: rotolini simili a quelli giapponesi con carne di pollo o tacchino oppure nella variante di pesce, tutto cotto. Ottimi i Noodles fatti in casa con carne piemontese, pesce in brodo e verdure e soia. E per finire il Gelato ai semi di sesamo, fra gli unici in Italia.

Nel quartiere Isola si trova Casa Ramen. Il Ramen, i tagliolini giapponesi, sono la specialità del locale. Vengono proposti in tre diverse tipologie: Soia, Miso, Veggy. Da non perdere il Kabuki, la pancia di maiale brasata nella birra. Tra le specialità il pollo fritto Kaarage servito con erbe fresche e il Tofu Dumpling con soia caramellata e cipollotto.

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La cucina coreana trionfa da Lee’s. Dagli Sogoghimari, involtini coreani di manzo e fagiolini rosolati, agli Sungchae mandu, involtini di cavolo cinese al vapore con petto di pollo, tofu e zucchine. Ottimi i Modum jeon, delle frittelle miste di patate, kimchi e frutti di mare con cipollotti, e i Kimbap, specialità della cucina coreana, uramaki con pesce cotto. Nel locale sono disponibili vini tipici coreani e birre asiatiche.

Zazà Ramen, in zona Moscova, propone i tipici tagliolini giapponesi in gustose varianti. Il Ramen è composto da tre elementi: un vero brodo senza additivi, la pasta fresca cotta al momento e una guarnizione di verdure, carni o frutti di mare. Le varietà di brodo possono essere aromatizzate con Shoyu (aromatizzato alla salsa di soia con un profumo fine di katsuobushi, filetto di tonno bianco essiccato), Shio (leggermente saporito con un gusto delicato di alga konbu) o Miso (pasta di semi di soia fermentati).

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Tra i tanti ristoranti asiatici nella Capitale, Green-T offre sapori filologici proposti da veri maestri della cucina, con la possibilità di esplorare le diverse anime del grande pianeta gastronomico cinese: dall’anatra laccata in tre portate alla zuppa testa di leone, insieme a una vasta scelta di tè e vini pensati.

Non lontano dalla sede Fao, Court Delicati è un piccolo locale (sempre affollato) ma i suoi piatti meritano per cura di materia prima e sapori veraci. Qualche citazione thai e malese interessante e poi classici sfiziosi come la zuppa di lattuga e tofu o il manzo croccante e piccante.

Nella cucina del Dao un cuoco originario di Hong Kong dà vita a una cucina di carattere e sapori, capace di variare, dai ravioli tan bao (brodo e carne di maiale speziata) alla zuppa di tofu e granchio fresco, dai gamberoni in salsa cha cha (pesto di anacardi e spezie) alle polpettine alla griglia con radici di loto.

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Hang Zhou è strutturato in tante salette sobrie che caratterizzano il look di questo locale di autentica cucina cinese. Non deludono i classici involtini primavera e il classico pollo allo zenzero prima di concludere coi classici biscotti della fortuna.
 
Cucina cinese corretta in ambientazione orientale fanno di Città d’Oriente un tranquillo approdo dove gustare specialità tradizionali, dalle alghe fritte alle fettuccine alla piastra con gamberi e verdure, dall’anatra con bambù e funghi al classico pollo alle mandorle.