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Mora, delizia di rovo

Protetta da intricati rovi, la mora, un frutto spontaneo tra i più attesi dell’anno

More di rovo
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Ai margini dei boschi, o lungo assolate stradine di campagna, protetto da intricati e a volte impenetrabili rovi, cresce un frutto prelibato e succoso: la mora. Da non confondere con le more di gelso, o more d’albero, le more di rovo sono i frutti della pianta Rubus ulmifolius, originaria dell’Eurasia.

Il rovo è un arbusto perenne, selvatico e spinoso che cresce nelle radure soleggiate, ai bordi delle aree boschive, lungo impervie scarpate e sugli argini dei corsi d’acqua. Questi piccoli frutti, reperibili solo circa 40 giorni all’anno, da raccogliere solo quando perfettamente maturi e di colore viola intenso, quasi nero, sono sempre stati considerati un alimento prelibato la cui maturazione è a lungo attesa, tanto che per indicare qualcosa di desiderato e difficile da ottenere fu coniato il proverbio “essere più lontano da alcuna cosa, che non è Gennaio dalle more”.

Le more fanno parte dei cosi detti ‘frutti di bosco’, piante spontanee di sottobosco che producono frutti dalle dimensioni ridotte e dalle numerose proprietà nutritive e salutari. La mora è ricca di vitamina A, vitamina B, vitamina C e vitamina K, ha molte capacità depurative; apporta inoltre molti antiossidanti, sempre utili e benefici per l’organismo. Il frutto della mora è anche consigliabile a chi soffre di stipsi, dato il notevole contenuto di fibra alimentare. Non solo la polpa ma anche i semi delle more hanno importanti proprietà nutrienti, contengono infatti grandi quantità di acidi grassi omega-3 e omega-6, proteine e fibra alimentare. La presenza di questi piccoli e numerosi semi rendono le more invece sconsigliate a chi soffre di diverticolosi.

Le more sono un frutto delicato che si consuma prevalentemente fresco, utilizzate frequentemente come guarnizioni di dolci, in forma di marmellate, gelatine e sciroppi. Oltre al succo di mora sono famose le bevande che si producono con questo frutto, come le grappe e il vino. Nell’uso popolare anche i germogli raccolti a primavera vengono lessati e consumati come altre erbe selvatiche, o lasciati macerare in acqua fredda per produrre un’acqua aromatica dalle proprietà depurative e utilizzata per favorire le funzioni intestinali.

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