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Zaha Hadid, medaglia d’oro condita di polemica

L’archistar vince un premio mai assegnato ad una donna, la Royal Gold Medal. E un attimo dopo nascono le polemiche

Architetta
LaPresse
Zaha Hadid ormai non ha più bisogno di presentazioni. Dell’architetta più famosa del mondo, che dell’archistar ha assolutamente tutti, ma proprio tutti i connotati, vi abbiamo già parlato in altre occasioni (qui per esempio). Difficile che passi un giorno nel mondo dell’architettura senza che il suo nome venga scomodato, e non giunge strana la notizia che proprio a lei è stata assegnata la Royal Gold Medal, la più prestigiosa onorificenza britannica per l’architettura assegnata dal Royal Institute of British Architects (RIBA) per la prima volta assegnata ad una donna.
 
Eppure a qualcuno Zaha Hadid non piace. E non si tratta di gusto stilistico, ma di uscite mediatiche che hanno fatto nascere una discreta nube di polemiche attorno all’archistar. Proprio durante un’intervista telefonica concessa al canale 4 della BBC dopo l’assegnazione del premio, l’architetta di origine irachena ha risposto in modo poco cordiale alla giornalista Sarah Montague, tagliando corto la conversazione che stava prendendo una piega evidentemente poco gradita. L’intervista comincia già con una Hadid leggermente infastidita dalle domande sul sessismo nel suo lavoro, cosa che l’archistar considera ‘parzialmente superata’. Ma diventa proprio spiacevole quando la giornalista le chiede di commentare le accuse di sfruttamento della manodopera e soprattutto le morti degli operai impiegati nella costruzione dello stadio del Qatar da lei progettato per i mondiali di calcio del 2022. L’architetta è laconica: ‘non c’è stato alcun problema’. La giornalista incalza citando un numero da brividi: 1200 morti tra i lavoratori, tutti immigrati. Zaha Hadid continua asserendo la falsità di questa notizia, diffusa da organi di stampa già querelati. Il battibecco continua con la giornalista che cita una fonte, chiede alla Hadid un commento, le fa ripetere più volte la sua negazione totale, e lei, imperterrita, non si sbilancia dalla formula ‘non è vero’, aggiungendo alcuni ‘si informi’. Dopo questo botta e risposta dai toni concisi ma agitati il tema dello stadio di Tokyo (polemica che da tempo coinvolge il team della Hadid e l’amministrazione nipponica, tra costi che lievitano e tempi che si allungano) fa definitivamente infuriare l’architetta che, interrotta mentre rispondeva – piccata – ad una domanda, taglia corto e chiude l’intervista.
 
Insomma Zaha Hadid vince un prestigioso premio per l’architettura, prima donna a riceverlo nella storia, ma poche ore dopo si gioca quel poco di simpatia di cui gode (non è nuova ad uscite ‘antipatiche’) tra il pubblico inglese, comportandosi in modo sgradevole di fronte alle domande più scomode. Insinuazioni o meno, l’archistar si è sottratta stizzita al confronto, generando immediata polemica nei media britannici.