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La green economy è donna

Donne e natura sono una combinazione vincente nel mondo degli affari, asseriscono diverse ricerche

Imprenditrice
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Geri Stengel è un’imprenditrice e scrittrice, dedita ad approfondimenti che riguardano l’imprenditoria femminile. In un articolo pubblicato su Forbes ella pone l’accento su un interessante aspetto che riguarda le donne e il business, affermando che il legame diventa particolarmente forte quando la tematica è l’ambiente. Donne e natura sono un efficace connubio in campo imprenditoriale. Secondo la ricerca Diversity and Market Growth realizzata dal Center for Talent and Innovation, la diversificazione è la chiave per il successo sul mercato. E i settori che diversificano sono quelli più innovativi, sia che si tratti di prodotti o di servizi: ecco che le donne, affacciatesi più tardi nel mondo dell’imprenditoria rispetto agli uomini, hanno una predisposizione particolarmente efficace nel gestire scenari ‘nuovi’. L’innovazione oggi sta nell’associare le pratiche e i servizi al benessere dell’ambiente: finita l’epoca dello sviluppo incontrollato, si apre quella della green economy.
 
L’imprenditoria ‘illuminata’, che si parli di agricoltura, di edilizia, di design, di alimentazione, o di qualsiasi settore produttivo, guarda all’ecologia come elemento chiave per lo sviluppo della società. Ecco che tra gli esempi di eccellenza che Stengel cita troviamo Amelia Baxter, co-fondatrice di WholeTrees Architecture and Structure, firma di architettura ed edilizia che utilizza alberi e legname di scarto al posto di acciaio e cemento. La sua impresa impiega interi tronchi d’albero per costruire edifici, ed ha addirittura ideato una metodologia di classificazione di resistenza per il legname. Altro caso di successo è quello di Sarah Bellos, che, dalla piccola impresa familiare condotta con la sorella, ha ampliato la sua idea fino a creare Stony Creek Colors, marchio che si occupa della coltivazione di piante da cui estrarre tinture per l’industria tessile, completamente prive di agenti chimici inquinanti.
 
E ancora, un’azienda agricola su tre oggi è guidata da donne, e con risultati di maggior successo – valori quasi doppi rispetto alle aziende condotte da uomini (fonte). Estendiamo questi dati a tutto ciò che fa parte della green economy, e troviamo, afferma Kellie McElhaney del Guardian in uno studio da lei condotto (Women Create a Sustainable Future) che avere almeno una donna ai vertici di un’impresa innalza i parametri ESG, ovvero environmental, social, governance. Si tratta di uno standard di misurazione di fattori come la sostenibilità e l’impatto etico di un’impresa o azienda: la ricerca della McElhaney ha sottolineato la correlazione tra questi e la presenza di donne nel team decisionale di 1200 aziende, ritenute più attente all’ambiente, alle politiche sociali e alla gestione più trasparente degli affari.