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Social eating, la rivoluzione della ristorazione

In un’era in cui condividere è la parola chiave, anche la tavola riserva piacevoli sorprese e invita a sperimentare nuove culture gastronomiche

Cena multietnica
Courtesy of©Rawpixel Ltd/iStock
Indovina chi viene a cena? I commensali non sono né amici né parenti bensì ospiti sconosciuti. Com’è possibile? Ad aprire le porte alle buone forchette 2.0 è VizEat, la piattaforma di social eating leader in Europa che, fondata in Francia nel 2014, è pronta a valicare ogni barriera facendo leva sulla sua carta vincente, la passione per il cibo. Al giorno d’oggi sono oltre 10.000 gli host iscritti in 65 Paesi del mondo e, per quel che concerne il Belpaese, a meno di un anno dal lancio, si contano oltre 1000 host che hanno deciso di aprire le porte delle loro cucine e imbandire le tavole per ogni tipo di pasto, dalla colazione al pranzo passando per la cena, il brunch o per l’ora del tè, tenendo conto di ogni esigenza alimentare andando così incontro a chi ama la cucina vegetariana, organica, vegana, kosher senza dimenticarsi dei celiaci etc. 
 
Come funziona? La piattaforma è un vero e proprio ponte che mette in contatto viaggiatori e host locali, offrendo ai primi la possibilità di sedersi a tavola e conoscere una destinazione attraverso i consigli di persone del luogo e, ai secondi, l’opportunità di incontrare viaggiatori di tutto il mondo rimanendo comodamente a casa propria. Una formula che piace, ma a chi? In Italia gli utenti di VizEat sono in media i più giovani: la fascia di età più comune è quella che va dai 25-35 anni, a differenza del resto del mondo dove si registra un numero maggiore di utenti nella classe 35-44 anni mentre, per quel che concerne gli chef per caso o sarebbe meglio dire per casa, hanno un età media di 35 anni, il più giovane ne ha soltanto 18 anni. A quanto pare la delusione non è uno dei rischi in cui si va incontro considerando che il punteggio medio delle recensioni è di 4.9 su 5, il successo è dunque assicurato.
 
A Roma ad esempio c’è la cena con lo psicologo: tutti gli innamorati che stanno affrontando un momento particolarmente delicato possono godersi un ottimo pasto senza rinunciare alla cena a lume di candela ma, nel mentre, si approfitta di quella che risulta essere una sorta di seduta di psicoterapia di coppia o ancora, rimanendo nella capitale, si incontrano le sorelle Benny&Bula, una studentessa di medicina e l’altra architetto, due personalità differenti unite da un commune denominatore, la passione per la cucina. Ebbene sì, anche loro si sono lanciate in questa nuova esperienza perché stare sedute a tavola con degli sconosciuti provenienti da ogni parte del mondo (ma anche dall’Italia), e chiacchierare come se si fosse amici da sempre, è a loro avviso una bellissima sensazione. Volando negli States incontriamo invece Damira: tutto è nato qualche anno fa, quando abitava a Samarcanda e faceva il medico e, visto che uno dei suoi figli era una guida turistica, portava spesso ospiti a cena: una volta trasferiti a New York, ha scoperto quest’opportunità che le permette di portare un po’ di Uzbekistan in una delle città più multietniche del mondo. 
 
In Grecia c’è invece Jeffrey, uno scrittore freelance che, da Londra, si è trasferito ad Atene per seguire un dottorato sulla Sharing Economy. La passione per i fornelli ha portato lui, il primo Host inglese ad iscriversi a VizEat, a fare tesoro di quest’opportunità per incontrare, conoscere e per avere qualche scambio di veduta con persone nuove. Queste sono solo alcune delle esperienze che si nascondono dietro un pc, si possono scegliere anche i corsi di cucina, come imparare a fare la pasta, una soluzione che, a quanto pare, in Italia è molto gettonata. Che costo ha una cena? Ce n’è davvero per tutte le tasche, il prezzo medio al mondo per un pasto è 25 euro, ma sono disponibili menu anche a soli 5 euro d’altronde, come dice Pablo, host di Barcellona, il Social Eating fa parte delle forme più interessanti di sharing economy.