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Dal panino ai ravioli, a tavola si sta con il piatto unico

La moda del monofood conquista la ristorazione

Panino
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É un po’ come se la ristorazione avesse fatto propria la legge della sovrastimolazione. Quel principio secondo il quale troppi impulsi tutti insieme frenerebbero la scelta piuttosto che agevolarla. E così anche nei ristoranti viene premiata l’opzione di un unico cibo disponibile. Dopo anni di abbondanza insomma e di menu pieni di piatti diversi, il piatto unico stravince su abitudini e riti culinari.

E tra le altre cose viene più facilmente associato alla ricerca sul prodotto e sulla qualità. Succede a Roma, ma anche a Parigi e in altre capitali europee. Soprattutto nel formato di cibo da asporto e di rapido consumo. C’è di tutto, dal panino, al supplì, alla pasta fresca, passando per le icone del cibo esotico. Qualche esempio? Il sito dell’Ansa cita gli analisti di NellyRodi e ne mette insieme parecchi sulla base delle guide gastronomiche più note. A Londra c’è Bad Egg per le uova, Arancini Brothers per gli arancini italiani.

Ci si sposta invece a Parigi per mangiare i ravioli giapponesi al Gyoza Bar, o la formula di ostriche e champagne a La Cabane à Huîtres. E invece l’Italia? Anche nelle città tricolori la moda del menu a tinta unita impazza.

A Torino e Roma per il fritto c’è FREE-tto, mentre il dessert è il biscotto colorato Laduree. Sì, ma qual è il segreto di questo successo? “L’iper specializzazione piace ai consumatori – spiegano da NellyRodi. – perché riflette una maggiore qualità e autenticità. Il settore della ristorazione è saturo e estremamente competitivo. Questi nuovi luoghi sono vincenti perché combinano la semplicità con sapori eccellenti, evocativi”. 

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