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Pirelli, un calendario senza tempo

Standing ovation a New York per la selezione di 130 fotografie iconiche tratte dai Calendari Pirelli degli ultimi 50 anni

Foto Pirelli
 ©Pirelli.com

E’ stato un evento esclusivo nell’ambito della programmazione della New York Fashion Week che ha decretato un ulteriore successo di quello che è un’icona di oggi, il calendario senza tempo antonomasia, quello Pirelli. Con l’esposizione di una selezione di 130 fotografie tratte dalle edizioni degli ultimi 50 anni dei Calendari Pirelli, la mostra è stata presentata grazie ad un evento esclusivo alla Skylight at Moynihan Station ed ha messo insieme i più grandi fotografi e le modelle più affascinanti che hanno saputo rappresentare, in modo iconografico, concetti fugaci come la bellezza, l’eleganza, il sogno.

Le immagini del Calendario per la mostra Pirelli Icons sono il frutto della collaborazione stretta tra fotografia e moda, tra modi di vedere e di essere che fanno parte di quella cultura estetica che oggi trova a New York  la sua più grande capacità di espressione e libertà creativa, ma è un omaggio anche alla fantasia, all’immaginazione e al talento di fotografi celebri come Herb Ritts, Bruce Weber, Patrick Demarchelier e Steven Meisel. Il Calendario 2016 è stato invece affidato all’obbiettivo di Annie Leibovitz, che vede come protagoniste alcune figure femminili di rilievo provenienti da realtà professionali differenti, tra le quali  Serena Williams, Patti Smith, Amy Schumer, Yoko Ono, Mellody Hobson, Kathleen Kennedy e Tavi Gevinson.

Nato nel 1963, il calendario è celebre anche per la sua tiratura limitata poiché non è commercializzato ma regalato solo ad un numero di importanti clienti e di vip. Da sempre rappresenta la sintesi del giusto connubio tra moda, arte e cultura pop, con modelle, modelli, artisti, fotografi e stilisti che incarnano lo spirito della fashion industry e, anno dopo anno, rimane in linea con la tradizione industriale del Gruppo Pirelli anticipando i tempi attraverso l’innovazione. Il mito del Calendario, infatti, ha attraversato la storia, con una parentesi nella quale è stato accantonato tra il 1975 e il 1984 per questioni di budget legate alla crisi petrolifera: storia che l’ha portato ad essere chiamato The Cal proprio perché è Il Calendario per eccellenza, un vero e proprio simbolo che non solo si dimostra essere un compendio della fotografia d’autore, un trampolino di lancio di una generazione di supermodelle, un feticcio erotico ed un oggetto da collezione, ma soprattutto un mezzo che celebra l’estetica dell’ultimo mezzo secolo nelle sue più suggestive sfaccettature. 

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