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Zoe Saldana troppo bianca per Nina

Il biopic su Nina Simone ha fatto scatenare la polemica per la scelta di un’interprete dai tratti latini

Attrice Avatar
LaPresse
L’uscita nelle sale americane è prevista per il 22 aprile, ma è bastato il trailer ad accendere la polemica per il biopic su Nina Simone, diretto da Cynthia Mort, e prima del trailer la sua locandina. Qual è stata la miccia? La scelta della protagonista del film, Zoe Saldana, chiamata ad interpretare la regina del soul, pur necessitando di abbondante trucco: il suo colore della pelle infatti è molto più chiaro di quello di Nina Simone, e soprattutto i tratti dell’attrice sono latini – nonostante qualche reminiscenza africana i genitori sono una donna portoricana e un uomo dominicano. 
La locandina del film
 
Insomma la domanda che molti si sono fatti è: ma non si poteva trovare in tutto il pianeta un’attrice nera per interpretare la grande artista? La figlia stessa di Nina Simone, Kelly, ha twittato che quella di Zoe Saldana ‘non è stata la scelta migliore’, salvo poi correggere il tiro affermando di non aver voluto attaccare l’attrice, ma la produzione intera del film e in un certo senso Hollywood tutta. Per molti non si tratta semplicemente di cinema, dove la finzione gioca ovviamente un ruolo importante, ma di una sorta di rispetto nei confronti di una donna che non solo era nera, ma ha fatto del suo essere afroamericana un tratto distintivo, un vanto, ha lottato, si è schierata per i diritti degli afroamericani in un’epoca in cui l’uguaglianza era un tema più che mai caldo. Il biopic si basa sull’autobiografia di Simone, uscita nel 1992, nella quale è evidente che il tema dell’identità razziale per l’artista era cruciale: da giovane le fu negato l’accesso al Curtis Institute of Music di Filadelfia per il colore della sua pelle, per fare un esempio, la sua carriera discografica ebbe un tracollo man mano che i messaggi politici nei testi delle canzoni si facevano sempre più espliciti. La sua voce è stata il sottofondo di moltissime battaglie per i diritti civili: il contesto in cui è diventata una star è importantissimo per spiegare chi è stata Nina Simone. 

Nina Simone in concerto nel 1982
Foto di Roland Godefroy – Opera propria, CC BY-SA 3.0, commons.wikimedia.org
 
A questo si aggiunge un’ovvia marginalizzazione delle attrici nere ad Hollywood, questione che è emersa forte all’ultima edizione dei premi Oscar. Perché si è preferito mettere un naso finto e un make-up posticcio a Zoe Saldana anziché trovare una brava attrice dalla pelle scura e dai tratti afro? La figlia di Nina Simone già nel lontano 2012, quando fu annunciata la scelta di Zoe Saldana come interprete del biopic, affermò che avrebbe preferito Viola Davis, o Kimberly Elise. O perché no una Lupita Nyong’o, o la bravissima Uzo Aduba, aggiungiamo noi. Hollywood non è riuscita ad abbandonare il proprio bianco-centrismo nemmeno facendo un film su una delle più grandi artiste black di sempre. C’è anche chi difende Zoe Saldana, o piuttosto la scelta di lei come attrice, andando ad estrapolare il suo albero genealogico afro e il ‘razzismo al contrario’. Naturalmente l’attacco diretto a Zoe Saldana ora è ampiamente criticato anche da chi partecipa al dibattito in modo attivo, come la stessa figlia di Nina Simone – anche se in un primo tempo, nella classica modalità ‘social’ se la sono presa tutti con lei direttamente. Che la pensiate in un modo o nell’altro, questa polemica ha reso evidente come le attrici nere, salvo qualche eccezione, nell’industria cinematografica abbiano ancora difficoltà ad essere prese in considerazione, per usare un eufemismo. 
 
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