Pubblicato il

Le piante da tenere in ufficio

Non solo per ravvivare l’ambiente, ma perché ripuliscono l’aria: piante benefiche per l’indoor

Dare da bere alle piante
istockphotos
Tenere delle piante nell’ambiente di lavoro può contribuire renderlo più gradevole, lo dice anche il feng-shui, ma non è questa l’unica ragione per cui vale la pena portare degli elementi green in ufficio. E’ dagli anni ’80 che si è formulata una teoria, confermata da vari studi, sulla cosiddetta ‘Sick Building Syndrome’, secondo la quale negli ambienti di lavoro chiusi e poco ventilati le persone sviluppano facilmente tosse, mal di testa, problemi respiratori e naturalmente un drastico abbassamento delle capacità produttive.
 
Gli studi suggeriscono l’aria all’interno dei luoghi chiusi contiene agenti inquinanti dannosi per chi li respira: quella che comunemente chiamiamo ‘aria viziata’ è spesso un concentrato di particelle per nulla benefiche. E qui ci ricolleghiamo alla questione delle piante: alcune di esse sono in grado più di altre di assorbire queste particelle nocive, e sono proprio quelle che varrebbe la pena tenere negli uffici e in generale negli ambienti chiusi dove più persone convivono per molte ore al giorno. 
 
Tra gli agenti inquinanti più comuni che le piante possono assorbire, ci sono il benzene, la formaldeide, il toluene e lo xilene, il tricloroetilene, l’ammoniaca. Esse derivano da varie sostanze presenti negli ambienti indoor, come vernici, solventi, inchiostri, detersivi, e la loro dannosità dipende da molti fattori fra cui la durata dell’esposizione ad esse. Ognuna delle specie vegetale che stiamo per citarvi è particolarmente efficace nell’assorbire alcune di queste sostanze, tanto che la NASA le considerò nei propri studi sugli ambienti chiusi (il famoso ‘Clean Air Study’, pubblicato nel 1989 in relazione alla ricerca di soluzioni per avere aria pulita nelle stazioni spaziali).
 
Tra le piante più comuni che si coltivano in vaso, quelle che hanno molteplice efficacia contro le sostanze sopra citate sono la Dracena in tutte le sue varietà (incluso il ‘tronchetto della felicità’ – Dracena fragrans, ma anche D.marginata e D. demenensis); la Sansenvieria trifasciata laurentili, meglio nota come ‘Lingua di suocera’; il Ficus benjamina e Ficus elastica; lo Spathipyllum Manua Loa, o ‘giglio della pace’; l’edera inglese nota in botanica come Hedera elix; il Chrysanthemum morifolium, ovvero uno dei più comuni crisantemi.