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Single: no al matrimonio. Per scelta

Sempre più numerose le donne che vivono da sole e credono che sposarsi convenga solo agli uomini. Lo spiega il libro di Rebecca Traister

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Le donne non sposate sono la vera fascia rilevante, se vuoi fare qualcosa di buono nella vita è bene che tu lo sappia. Lo spiega il nuovo libro della giornalista del New York Magazine Rebecca Traister intitolato “All the Single Ladies – Unmarried Women and the Rise of an Independent Nation” edito da Simon & Schuster.
 
L’autrice cita Charlotte Bronte: per una donna diventare moglie è un fatto grave, anomalo, pericoloso. Legarsi stabilmente non coincide con l’inizio della vita adulta, al contrario può ingenerare una forma di regressione. Oggi non ci si sposa, o ci si sposa sempre più tardi, le americane adulte senza vincoli sono il 53%, per la prima volta nella storia superano quelle con un marito.
 
Ai tempi di Bronte chi a 23 anni non aveva marito era la classica zitella a cui erano state tolte definitivamente possibilità economiche e sociali. Secondo Traister, invece, appena le donne si sono decise a rimandare il matrimonio fino ai trenta e poi ai quaranta, usando la propria gioventù per fare tutto quello che volevano, hanno iniziato a conquistare il mondo. Con una certa soddisfazione, l’autrice sottolinea che l’elettorato americano è composto per il 23% da zitelle, lasciando intendere che la categoria vanta oggi un certo peso politico.

 
Anche in Italia ci si sposa sempre meno, circa diecimila matrimoni in meno ogni anno e le nuove generazioni stanno meglio sole o convivono da una vita. L’autrice di quello che è diventato un best seller sottolinea come le “zitelle” siano la vera fascia rilevante. Non è tanto che tutti debbano avere la possibilità di sposarsi, quanto quella di scegliere di non farlo. 
 
Le donne di cui scrive nel suo libro – ne ha intervistate più di 100 – sono le protagoniste di un irriverente saggio sull’affermazione delle donne single, o come la definisce la stessa Traister, “l’invenzione dell’età adulta femminile”. Oggi il 70 per cento delle donne preferirebbe rimanere single piuttosto che fare la casalinga. Nel 2009, per la prima volta nella storia americana, le donne single (incluse vedove, separate e divorziate) hanno superato le sposate. Oggi, tra i 18 e i 29 anni solo il 20 per cento è coniugata, contro il 60 per cento del 1960. In Italia, dove nel 2013 sono stati celebrati meno di 195 mila nozze e l’età media della donna al primo matrimonio sfonda i 31 anni, le donne sole sono il 7,9 per cento delle 25-34enni, l’8,9 delle 35-44enni, il 9,8 per cento delle 45-54enni.

 
“È una nuova repubblica” osserva Traister. “Una nuova categoria di cittadini”. Le single trasformano la forza lavoro, ridefiniscono la famiglia, riscrivono le politiche sociali ed economiche. Un tempo ai margini della società, ora la riformano. E sono una forza politica. Le donne di oggi non rinunciano al matrimonio per dimostrare qualcosa, lo fanno semplicemente perché hanno più opzioni. Non dipendono più, non sono definite – economicamente, socialmente, sessualmente e riproduttivamente – dagli uomini che sposano. E la parità retributiva nelle aziende? Qui c’è ancora da fare…