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Bicicletta: al bando i furti

Si vendono più biciclette che macchine. Ma come proteggere la nostra due ruote dai furti?

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“Ogni anno, nel nostro Paese, vengono rubate circa 320.000 biciclette: per i ciclisti italiani la paura di essere derubati è seconda solo a quella di essere investiti.” Ecco i risultati della 1° indagine nazionale sui furti di biciclette, condotta da FIAB (Federazione Italiana Amanti della Bicicletta) nel 2013. A differenza di quanto succede nella maggior parte degli altri paesi europei, in Italia non esistono dati sul problema dei furti di biciclette. Eppure il fenomeno ha pesanti ripercussioni anche sull’economia del nostro Paese e, secondo le stime di FIAB e Confindustria ANCMA, genera ogni anno un danno pari a 150 milioni di Euro, composto dai mancati introiti per l’industria nazionale della bicicletta, incluso l’indotto, e dalle transazioni in nero che sfuggono a ogni controllo d’imposta.

A questo si aggiungono i danni legati alla sicurezza: chi ha subito un furto è più incline ad acquistare una bici a basso costo, spesso proveniente da mercati extraeuropei e, in genere, di inferiori standard di sicurezza. Ma non solo, il fenomeno pare essere trasversale e colpire indistintamente tutti gli appassionati di ciclismo, dai più ricchi ai più poveri. Tuttavia, solamente il 40% dei furti viene denunciato regolarmente e questo fatto porta le indagini e le stime effettuate da FIAB ad essere spesso poco attendibili. In ogni caso i numeri sono importanti e parlano chiaro: in Italia i furti di biciclette hanno un’incidenza maggiore rispetto al resto d’Europa in quanto non esiste alcun modo per tutelare il proprio mezzo.

Ecco, allora, che Fiab, qualche tempo fa, ha lanciato un’idea rivoluzionaria, che è già realtà in molti paesi del Vecchio Continente: l’incisione del codice fiscale del proprietario sul telaio della bicicletta. Il codice fiscale presente su una bici rubata offre numerosi vantaggi: facile identificazione del proprietario da parte delle forze dell’ordine e operatori pubblici con la possibilità di restituire il bene mobile; gestione intelligente delle bici sequestrate, ora inevitabilmente ammassate dei magazzini comunali nell’impossibilità di risalire al proprietario; disincentivazione al furto e al riciclaggio; incentivazione a denunciare il furto della bicicletta; facilità di abbinamento della bici al suo proprietario in qualunque luogo del nostro Paese. Quest’iniziativa potrebbe segnare una svolta e mettere fine all’opera dei tanto temuti ladri di bicilette.

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