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Cosa mangiano i Capi di Stato

Gli chef che cucinano per i potenti della terra, svelano i loro menu…

Barack Obama e sua moglie Michelle al ristorante
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Cosa mangiano i capi di Stato? Lo svelano gli chef che cucinano per i grandi della terra. E che durante gli Europei 2016 sono parecchio impegnati ai “fornelli presidenziali”.

Alla Casa Bianca regna la cucina salutare…

… complice l’occhio attento della First Lady Michelle. Al Quirinale regna la tradizione. Svelano i gusti dei presidenti gli chef che fanno parte del Club des Chefs des Chefs, fondato nel 1977, considerato la più esclusiva associazione gastronomica del mondo.

Orientamento salutista e vegetariano quello di Barack Obama. Cristeta Comerford, chef nella Casa Bianca, rivela che i due coniugi a capo degli Usa “amano tutte le verdure, non solo i broccoli, ma anche spinaci, cavoli e piselli”. Al presidente Obama piace anche variare con cucina fusion all’insegna della multiculturalità

Cucina 100% made in Italy e partenopea quella che vige al Quirinale, come riferiscono gli chef Pietro Catzola e Giovanni Santangelo.

Cucina semplice, come spaghetti al pomodoro, fusilli al pesto, scaloppine al limone e baccalà. Gli chef svelano anche intolleranze di alcuni ex presidenti. “Per Bill Clinton ad esempio, allergico al latte, abbiamo cucinato una crema di piselli legandola con la crema di riso. George Bush invece non voleva alcolici, così abbiamo fatto il babà bagnato con il succo d’arancia”.

Segretissime le ricette preferite da Angela Merkel.

Il suo cuoco , Ulrich Kerz, non ha mai risposto sui gusti della Cancelliera. E Jacques Chirac? Adora la testa del vitello, mentre Putin non può rinunciare al gelato al pistacchio.

Essere uno chef di un capo di Stato non è cosa da poco, come riferisce il fondatore dell’associazione, Gilles Bragard. Convivialità e gastronomia hanno un ruolo significativo nelle relazioni internazionali. “Il nostro motto è la politica divide gli uomini, ma una buona tavola può riunirli”.

E oltre a creatività e abilità nel cucinare, è essenziale anche la discrezione.

Tanto che in molti Paesi i cuochi devono firmare un accordo di riservatezza. Particolarmente blindato quello degli chef del Cremlino, dove vigono regole ferree: accanto ai cuochi c’è un dottore. Questioni di sicurezza: gli ingredienti in laboratorio prima di essere serviti.

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