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Sport. I sì olimpici fanno bene all’emancipazione?

Nelle proposte di matrimonio tanto romanticismo ma anche vecchi stereotipi

Sport He Zi - Rio 2016
He Zi - Rio 2016

Se misura tutto con il parametro esclusivo della celebrità, ovvero più persone guardano meglio è, una richiesta di matrimonio in diretta da Rio 2016 non può che emozionare. Ricordate? He Zi, argento del trampolino di 3 metri, ricevette la fatidica domanda da parte del fidanzato Qin Kai, anch’esso atleta.

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L’evento ha avuto un grandissimo eco mediatico. E sicuramente tra il pubblico c’è chi per un momento ha sognato un gesto simile anche per sé. Plateale, romantico, che rimanga negli annali. É l’identificazione baby e ne siamo sempre e in qualche modo schiavi. Per questo motivo non ci sarebbe nulla di male a guardare la questione solamente dal punto di vista fiabesco della vicenda.

Le critiche

Del resto se le donne hanno oggi come massima aspirazione l’unione ufficiale con la propria dolce metà, dov’è il problema nel mostrare con enfasi un evento che celebra questa visione del mondo? Non è proprio così spiegano le analiste più disparate; motivando il proprio punto di vista attraverso la lente dei rapporti tra i sessi.

C’è infatti chi, come la giornalista Jessica Brown di The Independent, ha giudicato negativamente il risalto mediatico dato all’evento. Secondo la Brown la notizia della proposta di matrimonio non doveva superare quella della vittoria sportiva. Invece, la prominenza data alla prima rispetto alla seconda, sarebbe testimonianza di come il successo olimpico raggiunto da una donna sia così fragile da venire subito offuscato da una chiave di lettura che ricaccia il tutto indietro ai soliti tradizionali stereotipi. Per esempio quelli che vorrebbero che le donne aspirassero al matrimonio come unica forma di realizzazione personale assoluta ed esclusiva.

Non solo matrimonio

Insomma, anteporre la celebrazione della proposta di matrimonio a quella del merito sportivo, sarebbe quanto di più lontano dall’idea di una femminilità moderna che si afferma con sicurezza negli spazi pubblici per meriti individuali piuttosto che esclusivamente coniugali.

Le polemiche dicono soprattutto questo. E scorrono di fronte a un’occasione considerata persa. Perché le donne al contrario vorrebbero avere la possibilità che si parli di loro secondo altri meriti e contesti. Sportivi, professionali, politici. E che non sia l’amore tradizionale, e il canonico ruolo di moglie e amante che esso trascina con sé, ad attirare esclusivamente l’attenzione del mondo. Le circostanze del resto non mancano e Rio 2016 lo ha in parte dimostrato.

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