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Torta Pasqualina: tradizione “con sorpresa”

La torta salata ligure ha una storia lunghissima e cela un ripieno a base di verdure, formaggio con incastonate uova intere rassodate

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La Pasqua italiana è un mosaico di tradizioni. Molte di esse, come spesso capita per le ricorrenze religiose, sono di natura gastronomica. La Pasqua, come ogni festività, ha le sue ricette tipiche da preparare e consumare in famiglia. Una di queste è la Torta Pasqualina, specialità ligure, e genovese in particolare, conosciuta anche al di fuori dei confini locali. Basti pensare che persino The Guardian le ha dedicato un articolo pubblicandone una versione della ricetta. D’altronde è davvero impossibile non rimanere conquistati da questa sfiziosa torta rustica. E’ tanto antica quanto attuale e su ogni tavola pasquale fa davvero un figurone. Le sue sfoglie sottili che celano un ripieno saporito sono deliziose. E le uova rassodate che si svelano con il taglio fanno un irresistibile effetto sorpresa.

Torta Pasqualina: la tradizione è servita

La Pasqua è una di quelle occasioni in si sente il bisogno di riscoprire le proprie radici e le proprie tradizioni. Farlo con la Torta Pasqualina è il modo perfetto per non rinunciare anche al gusto e a un tocco di stile. Le sfoglie sottili ricordano  l’elegante pasta fillo, e il trionfo di colori che si rivela al taglio è davvero accattivante. Insomma i suoi oltre 5 secoli di età questa torta se li porta davvero bene. I suoi simbolismi, poi, ne fanno la ricetta perfetta per non perdere di vista i valori pasquali. Come in numerose ricette dedicate alla ricorrenza, anche in questa le uova sono protagoniste. Simbolo di speranza, rinascita e fertilità non mancano mai sulle tavole pasquali. Anche le sfoglie racchiudono un significato simbolico. Un tempo, infatti, le massaie erano solite sovrapporne ben 33 a copertura del ripieno. Una per ogni anno di vita di Gesù.

Sfoglia e spinaci
Sfoglia e spinaci

Preparare una Torta Pasqualina semplice e irresistibile

La ricetta tradizionale prevede la realizzazione di un ripieno a base di bietole bollite in acqua salata, maggiorana, cipolline, talvolta carciofi. Per amalgamare si aggiungevano formaggio grattugiato e uova sbattute. Prima di ricoprire il tutto di aggiungeva della prescinseua, nome dialettale di un formaggio chiamato quagliata. Oggi le varianti sono numerose e spesso prevedono la sostituzione della bieta con gli spinaci. Per amalgamare il tutto, invece, spesso si utilizza la ricotta al posto delle uova sbattute. Oggi come un tempo, invece, sopravvive la tradizione di scavare il ripieno e di rompervi delle uova all’interno. Facendo, però, attenzione che il tuorlo rimanga intero. In questo modo, con la cottura, si rassoderanno garantendo l’”effetto sorpresa” al momento del taglio.

La pasta deve essere sottilissima e preparata soltanto con acqua, farina e olio di oliva. Bisogna ricavarne diverse sfoglie per realizzare la base e la copertura della torta. Naturalmente non è necessario sovrapporre 33 sfoglie, ma per ottenere un buon risultato bisognerebbe realizzarne almeno 2 per ricoprire il ripieno. Per ottenere una copertura gonfia, leggera e con le sfoglie ben separate basta ungerle prima di sistemarle una sopra all’altra e introdurre aria tra gli strati soffiandovi attraverso con una cannuccia. Con la cottura in forno la torta assumerà un invitante colore dorato ed un aspetto succulento.

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