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Arredare un ristorante: psicologia dell’interior

Perché le sedie dei fast food sono fatte così? Come si sceglie la luce di un ristorante di lusso? Ecco alcuni ‘trick’ dei designer d’interni

arredare un ristorante
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Quando si apre un’attività commerciale nella quale si vogliono convogliare le persone, il modo in cui si presenta il locale può fare molto la differenza. A prescindere dalla qualità del prodotto che si vende. Questo è particolarmente vero per i locali dove si mangia. Il palato è importante, ma se l’ambiente non è accogliente la fame passa. Arredare un ristorante non significa solo mettere tavoli e sedie. Esiste una vera e propria psicologia dell’interior, che il designer d’interni Tom Strother ha spiegato all’Independent. Vi riportiamo alcuni passaggi.

Arredare un ristorante: comfort e carattere

Sgabelli vicinissimi l’uno all’altro. Poltroncine comode e larghe. Musica alta o di sottofondo. Luci basse o neon freddi. L’interior design non comprende solo la scelta dei mobile e delle decorazioni, ma tutto ciò che crea l’ambiente e gli dona carattere. Quando si deve arredare un ristorante, spiega il designer, occorre innanzitutto individuare un tema, dare una ‘personalità’ al locale. Che ovviamente deve rispecchiare il cibo. Degustazioni pregiate o panini di fast food, cibo della tradizione o elementi esotici e innovativi: la tipologia di pasti serviti si deve rispecchiare nell’arredamento.

Non è un caso che i ristoranti di lusso abbiano sedie o poltroncine comode. Qui si invitano i clienti a soffermarsi a lungo, degustare con calma, ‘vivere’ il ristorante. Nei fast food gli sgabelli, la musica alta, le luci, invitano a stare poco, a consumare un pasto veloce. E’ sulla quantità che si punta in questo caso, e per avere molti clienti bisogna – velatamente – invitarli a liberare i tavoli rapidamente. Il cibo inoltre si deve rispecchiare nelle decorazioni, negli accessori. Menu sopraffino? Candelabri, argenteria, suppellettili splendenti. Cibo economico e veloce? Sì alla plastica, al sintetico, ai colori shocking. Cucina tradizionale? Ok a materiali tradizionali, come il legno, il rame, la pietra, il cotone. Fusion moderno? Via libera allo stile industriale. Senza scadere nell’eccesso e nel cliché, naturalmente. In tutto questo, l’illuminazione deve saper accompagnare l’esperienza del pasto. Luci suffuse per una cena confortevole, romantica. Neon per i posti dove si mangia velocemente. Luci colorate per un ambiente divertente, nottambulo. Secondo il designer, nulla è peggio delle luci che calano sul tavolo illuminando i piatti e lasciando in penombra i commensali.

L’importanza della funzionalità

Un capitolo a parte, afferma Strother, lo merita la funzionalità. Una sfida importante nell’arredare un ristorante viene dal posizionare ogni elemento (tavoli, sedie, banconi, vetrinette) in modo che siano facili da raggiungere per chi ci lavora. Il piatto deve arrivare con semplicità e velocità dalla cucina al tavolo. Ed ogni tavolo deve essere equamente confortevole per il cliente. Nessuno deve sentirsi ‘messo da parte’ o in una posizione sgradevole.

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