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Danaro “sporco”: meglio lavarlo via… dalle mani

Numerosi studi dimostrano come il danaro rappresenti un vero ricettacolo di sporcizia e sostanze nocive. Il Time ha raccolto i dati più rilevanti

Mani e danaro
iStock

Ce lo ripetono da quando siamo bambini. Ma ricordarlo una volta di più non fa male a nessuno, tutt’altro. Bisogna sempre lavare le mani dopo aver maneggiato i soldi. E’ una di quelle buone abitudini che non si dovrebbero mai perdere. Ma è difficile che ciò possa accadere se ci si sofferma per un attimo a pensare ai risultati di alcuni recenti studi effettuati sul danaro in tutti i suoi formati. Una volta scoperto cosa si annida sulle monete e sulle banconote che tocchiamo ogni giorno, anche chi non era solito lavarsi le mani dopo il contatto, probabilmente sentirà l’esigenza di cominciare a farlo. Il Time ha passato in rassegna i dati emersi dalle ricerche più significative.

Il danaro è un ricettacolo di sostanze nocive

Uno studio recente effettuato su un campione di banconote da un dollaro provenienti dalla New York City Bank ha portato alla luce una situazione davvero allarmante. Analizzando il danaro, infatti, sono state rilevate centinaia di microrganismi nocivi differenti. Si spazia da batteri che possono provocare disturbi della pelle, a microbi presenti nella bocca o persino nella vagina, sino a tracce di DNA di animali domestici. Ma non è finita perché un altro studio ha svelato che sull’80% di banconote da un dollaro si possono riscontrare tracce di cocaina. Questo succede perché molte persone che entrano in contatto con il denaro non hanno lavato le mani. La cosa non sorprende studiosi come Susan Whittier, microbiologa presso il New York-Presbyterian e la Columbia University Medical Center. Soprattutto in considerazione dell’elevata quantità di persone che ogni giorno toccano i soldi.  Ma dati del genere invitano, quanto meno, a riflettere.

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I soldi non sono tutti uguali

Gli studiosi spiegano che i risultati non possono essere applicati alle banconote di ogni valuta e di ogni taglio. Innanzitutto occorre specificare che i tagli più piccoli, quelli più utilizzati, sono quelli su cui si accumulano più sostanze nocive. Anche la composizione delle banconote influisce sulla quantità di microrganismi che veicolano. Alcuni materiali catturano e trattengono le sostanze con cui entrano in contatto con più facilità. Quindi, ad esempio, sulle sterline potrebbero trovarsi meno, o più, batteri e microbi che sui dollari. Anche le monete non sono immuni alla sporcizia. Tutt’altro. Uno studio condotto da Mastercard ha rivelato che su una moneta da una sterlina si annidano più batteri che sulla tavoletta di un WC regolarmente pulita.

Non tutto il male viene per nuocere… ma meglio non rischiare

Non bisogna allarmarsi inutilmente, però. A rassicurare gli animi è Emily Martin, assistente di epidemiologia presso l’Università di Michigan School of Public Health. Non basta, infatti, toccare il denaro per ammalarsi automaticamente. E’, però, importante, dopo aver maneggiato monete e banconote, evitare di toccare occhi e bocca. Alla luce di tutto, in ogni caso, sembra molto più semplice e più sicuro lavarsi le mani o utilizzare un classico gel antibatterico. Attualmente soltanto il 20% di chi entra in contatto con il denaro lo fa.

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