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Acqua filtrata, fa bene o male alla salute?

L’acqua potabile vince per controlli e benefici. Sui filtri occorre fare attenzione al rispetto delle normative

L'acqua filtrata può essere nociva per la salute
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Acqua filtrata che ha prodotto generazioni di caraffe, brocche, dispositivi da lavandino. Bastoncini di carbone attivo, filtri purificanti: tutto per bere bene. Ma fa davvero bene?

Esistono ancora timori sulla possibile presenza di tossine nell’acqua filtrata. L’incubo di piombo e fibre di plastica è sempre in agguato. Insomma: parliamo di acqua pura ma non sappiamo se i metodi di filtraggio la rendano tale. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha confermato che bere acqua di rubinetto riduce il rischio di malattie cardiache. Già: ma quale rubinetto?

Acqua filtrata: i rischi

Per molti l’acqua filtrata è impoverita dei suoi elementi più preziosi. Il costo iniziale d’acquisto è abbastanza elevato. Un impianto a osmosi inversa può arrivare anche a un costo di 3000 euro. A questo bisogna aggiungere il costo annuo di cambio dei filtri.

Ma c’è di più. Secondo un articolo pubblicato sul Daily Mail, i filtri nascondono la formazione di batteri. Il passaggio continuo di acqua dalle tubature agli impianti di filtraggio provocherebbe dunque danni alla salute. Sotto accusa le proprietà depurative di caraffe e filtri, ogni anno venduti con oltre un milione di pezzi. Si pensa erroneamente, sostiene il Ministero della Salute, che l’uso di un filtro possa eliminare sostanze pericolose. E migliorare la qualità dell’acqua.

L’uso di caraffe o sistemi per acqua filtrata nel lungo periodo può addirittura peggiorare la qualità dell’acqua. I filtri eliminano sostanze importanti come magnesio e calcio e aumentano sodio, potassio e in alcuni casi anche elementi tossici come l’argento. E’ dunque importante utilizzare prodotti regolamentati e definire un quadro normativo ad hoc.

Acqua pubblica in Italia

Secondo l’Istat un italiano su tre non beve l’acqua del rubinetto. E fa male, perché in Italia è sicura e controllata. Secondo una ricerca di Altroconsumo, realizzata prelevando 35 campioni di acqua da altrettante fontanelle pubbliche in tutti i capoluoghi di regione, in Italia l’acqua del rubinetto è buona e di alta qualità.

Per diversi parametri (come alluminio, vanadio e ferro) esistono limiti di legge vincolanti. L’acqua del rubinetto è soggetta a controlli severi. L’importante è berla appena viene fatta scorrere. Conservarla in bottiglie o caraffe non sterilizzate potrebbe causare la formazione di batteri.

La classifica delle migliori acque potabili italiane

Sul podio quattro città: Aosta, Ancona, Caserta, Perugia. Seguono Alessandria, Bologna, Cagliari, Campobasso e Catania. Si prosegue con Ferrara, Livorno, Palermo, Parma, Pavia, Pescara e Potenza. Poi Reggio Calabria, Roma, Salerno, Trento, Trieste, Udine, Venezia.

Depuratori: una scelta green

Sul territorio italiano la qualità dell’acqua dei rubinetti è generalmente buona e gli acquedotti vengono costantemente monitorati. Ciononostante, per quanto riguarda l’acqua da bere, l’Italia è uno dei maggiori consumatori di acque vendute in bottiglia (soprattutto di plastica), con un considerevole impatto ambientale per lo smaltimento. Spesso la decisione di installare un impianto domestico per la depurazione dell’acqua è un buon modo di abbattere le spese di acquisto dell’acqua minerale, compiendo allo stesso tempo una scelta per la tutela dell’ambiente. I sistemi di filtraggio in vendita, adottano la tecnologia più avanzata stadi osmosi inversa per rimuovere fino al 99% di sostanze inquinanti tra cui germi, batteri, arsenico, cloro, piombo, il fluoro, metalli pesanti e migliaia di inquinanti, fornendo acqua illimitata. Il consiglio, per scegliere quello giusto, è di rivolgersi a personale tecnico di fiducia.

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Se invece volete un sistema di depurazione da applicare direttamente al rubinetto, su Consigli.it trovate una selezione di alcuni prodotti

Per eliminare non solo il cloro, ma anche per migliorare il sapore dell’acqua. L’installazione non è complicata. La leva sul lato consente di passare dalla modalità filtro a quella non filtro con estrema semplicità. Inoltre, il filtro si riesce a pulire senza intoppi. Basta un po’ di carta vetro quando si annerisce. Si tratta comunque di un prodotto abbastanza longevo, il suo ciclo di vita può arrivare anche a toccare i 12 mesi prima di essere sostituito. Ovviamente, dipende dall’uso.

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Per chi, al posto dell’istallazione di depuratori, preferisce le caraffe, sempre su Consigli.it c’è una selezione di prodotti che uniscono praticità e design

È il caso della caraffa in vetro pH REPLENISH  dotata di un filtro denominato “ph on the go” che, azionandosi, attiva una serie di processi tra cui l’alcalinizzazione dell’acqua, che elimina radicali liberi e fluoruro e cloro e aggiunge minerali come magnesio, ferro e zinco di cui il nostro organismo necessita. La struttura in vetro assicura alla caraffa resistenza alle alte temperature quindi è possibile usarla anche per tisane e infusi.

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