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Delivery e ristorazione, la rivoluzione del food

Più pasti pronti e sempre più app, più delivery e meno ore passate tra i fornelli. E, addirittura, meno cose da lavare…

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Le abitudini alimentari dei Millennials sono molto diverse da quelle dei loro genitori. E l’industria alimentare, nonché quello della ristorazione, deve affrontarne le conseguenze. I più giovani, infatti, hanno un maggiore potere di spesa rispetto a tutti gli altri. E’ quindi importante capire cosa stanno comprando e come i loro gusti siano diversi da quelli dei loro genitori. A dirlo è un report diffuso dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti. La prima scoperta è la seguente: per loro è stata riscontrata la maggiore probabilità di mangiare nei ristoranti invece che a casa.

Ristorazione, la richiesta è sempre più “fast”

I millennials dichiarano il 2,3% dei loro pasti avviene in un ristorante. Poiché questa abitudine è in continua crescita, i negozi di alimentari garantiscono una sempre maggiore offerta. O, comunque, cercano di migliorare le loro opzioni abituali. Aumentano, pertanto, non solo i ristoranti e le catene “fast” per facilitare le consegne, ma anche l’accessibilità nei confronti dei menu.

Alle stesse tecnologie, come le app varie che ci sono relativamente a questo mercato, viene attribuito un ruolo chiave. Insomma si punta a rendere più conveniente il mangiare. Anche più veloce. E più “cool”. Tale preferenza sottolinea un divario enorme tra i Millennials e i loro genitori. Questo perché i Millenials desiderano impiegare il meno tempo possibile per la preparazione dei pasti. Eppure lavorano meno ore rispetto alle generazioni più anziane. Sempre secondo il report già citato.

Di questa situazione si avvantaggia l’industria della ristorazione, che sembra valere ormai 56 miliardi di dollari. Quindi una opportuna strategia di ristorazione mirata, accertata la frequenza abituale dei millennial, è necessaria. E hanno aggiunto: “Non sorprende quindi scoprire che i millennial destinano la quota più alta dei loro budget alimentari al cibo preparato (7,5% vs 6,6-6,9% per le altre generazioni)”.

La sorpresa più esplosiva, però, si riferisce al fatto che i Millennials, a differenza di altri gruppi di età, continuano a mangiare cibi preparati in quanto meno impegnativi anche dopo il consumo. Secondo un rapporto 2015 di Mintel, anche la produzione di cereali è ritenuta eccessivamente complicata, proprio perché la ciotola necessita di lavaggio successivo. Non è un caso che le vendite di Kellogg’s siano crollate del 14% tra il 2013 il 2017. La conferma arriva anche dai pasti più gettonati: lo yogurt e i panini pronti per la colazione.

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