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Ken Scott, il ‘giardiniere della moda’ in mostra

Il suo universo era fiorito, colorato, eclettico. Nella moda, e nel gioiello: l’iconico stile di Ken Scott

Ken Scott
foto Michele Zanin

Era soprannominato ‘il giardiniere della moda’, per il suo immaginario iper-colorato, fiorito, eclettico. George Kenneth Scott – meglio noto come Ken Scott – viene omaggiato da una mostra inedita, realizzata in collaborazione con l’omonima Fondazione di Milano. “A Tutto Colore! L’Universo fiorito di Ken Scott tra Moda e Gioiello” racconta attraverso i gioielli il mondo di fantasia dello stilista americano, ‘adottato’ dalla Milano dagli anni cinquanta. E divenuto icona.

La mostra dedicata ai gioielli di Ken Scott

Innamorato dell’Italia, estroverso e poliedrico, adorato dal jet set e dagli intellettuali, è stato un genio creativo che lasciato un’impronta indelebile nello stile. Un’artista vero e proprio: non a caso, fu Peggy Guggenheim a ‘scoprirlo’ negli anni ’40. E’ il Museo del Bijou di Casalmaggiore ad accogliere la mostra che si articola in oltre 300 oggetti. Gioielli grandi e coloratissimi che completavano gli abiti dalle stampe audaci. I più grandi nomi della bigiotteria italiana degli anni sessanta e settanta hanno prodotto questi pezzi unici ed incredibili. Tra cui l’azienda milanese Coppola E Toppo. La designer contessa romana Luciana De Reutern. La maestra fiorentina dei bijoux in acrilico e resina Angela Caputi.

Il percorso si snoda attraverso un’importante selezione degli splendidi ed inediti gioielli sartoriali da loro realizzati. A fare da cornice, i tessuti stampatissimi, i foulard e gli abiti abbinati ai gioielli che trasportano i visitatori nella ‘Primavera dell’Anima’ dello stilista.

Bracciali Luciana De Reutern per Ken Scott. Prima metà degli anni 70. Archivio Fondazione Ken Scott. Foto Michele Zanin

Americano di nascita ma milanese per scelta, ha fondato qui con Vittorio Fiorazzo l’azienda Falconetto, produttrice di tessuti per l’arredamento. Caratterizzati dai colori forti, ben diversi da quelli in voga all’epoca. Nel 1962, usando il suo nome, inizia a creare linee di moda e le sue sfilate, ricche di ogni genere di ispirazione, sono eventi spettacolari. Un genio eccentrico, che muore nel 1991, lasciando una ricca eredità portata avanti dall’omonima Fondazione. La mostra presso il Museo del Bijou inaugura il 21 aprile, ed è a cura di Bianca Cappello, storica e critica del Gioiello. E Samuele Magri, storico dell’Arte e della Moda.

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