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Nettuno, l’architetto delle acque in mostra a Bologna

Terminati i lavori di restauro della fontana-simbolo di Bologna, un’esposizione dedicata ad un capitolo affascinante della storia della città

nettuno
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E’ stato un lavoro di restauro lungo e punteggiato di criticità. Ma oggi la Fontana del Nettuno, simbolo di Bologna, è tornata a zampillare acqua dai 38 ugelli delle statue di bronzo che la compongono. Per celebrare non solo la fontana scultorea ma anche un capitolo della storia bolognese, affascinante e poco noto, è stata inaugurata la mostra Il Nettuno: architetto delle acque. Bologna, l’acqua per la città tra Medioevo e Rinascimento. Una mostra che ripercorre la complessa storia idraulica della città. A cura di Francesco Ceccarelli ed Emanuela Ferretti, si colloca negli spazi dell’Oratorio e del Museo di Santa Maria della Vita.

Dal Nettuno alla Bologna sotterranea

L’esposizione racconta le vicende della costruzione del sistema di fontane pubbliche negli anni del rinnovamento del centro cittadino. Opere volute principalmente da Papa Pio IV o da chi per lui. La Fontana del Nettuno, per esempio, fu commissionata dal cardinale Pier Donato Cesi per omaggiare il pontefice. Partendo da questo monumento iconico, la mostra percorre una straordinaria stagione di interventi idraulici ed architettonici. Alcuni dei quali ancora oggi qualificano l’area centrale della città e i suoi spazi pubblici.

Anche grazie ai lavori di restauro eseguiti sulla fontana si è venuti a conoscenza di ulteriori dettagli sulla complessa rete di canali, condotte e meccanismi che tracciano i una sorta di città sotterranea. Il progetto espositivo illustra la genesi progettuale e gli sviluppi del sistema idraulico della fontana del Nettuno. Partendo dal medioevo e dall’antichità romana, fino ad arrivare agli interventi infrastrutturali rinascimentali.

In esposizione statue, bozzetti, modelli, dipinti, disegni, incisioni e materiale grafico. E ancora libri, documenti archivistici provenienti da collezioni pubbliche e private, locali e nazionali. Ma anche oggetti emblematici e aneddotici, come la Secchia Rapita, un secchio di legno del 1300 il cui reale valore è pressoché nullo. Ma una diatriba secolare tra bolognesi e modenesi lo rende iconico, prezioso, tanto da essere normalmente contenuto nella Torre della Ghirlandina. A testimonianza di quanto la storia della città sia legata indissolubilmente al tema dell’acqua.

Il Nettuno: architetto delle acque.
Santa Maria della Vita
(Via Clavature, 8 – Bologna)
fino al 10 giugno 2018

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