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Perché alle donne piacciono i cattivi ragazzi

Bravi o cattivi ragazzi? E’ una scelta esclusivamente “temporale”, spiega la Dott.ssa Haselton. Questa spiega che “occorre un’educazione ormonale”…

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L’essere attratti dai “bad boys” è un atteggiamento facilmente spiegabile. Anche scientificamente. Capita, e non raramente, di pronunciare frasi come “ Mi piacerebbe, ma…”. Eppure, pur lamentandosi, si sceglie un partner decisamente meno bravo. A tal punto è bene sintonizzarsi sui propri ormoni e comprenderne l’influenza sulle decisioni da prendere. Sempre in fatto di appuntamenti.

Ma per poter capire meglio i nostri comportamenti, e non solo romantici, occorre ascoltare i propri ormoni. E la loro influenzabilità. Alcuni studiosi hanno affrontato tali problematiche, sottolineando come le scelte di accoppiamento basate su ormoni “rabbiosi” non siano esclusive degli adolescenti.

Secondo quanto la ricerca ha dimostrato, le donne scelgono tipi di uomini diversi nel corso del ciclo mensile. Durante l’ovulazione, infatti, si mostrano interessate ad un tipo specifico di uomo, chiamiamolo uno “alfa”. Poi ne scelgono altri in momenti diversi. Mai uguali. Facce simmetriche e comportamenti dominanti rappresentano “una serie di qualità sessualmente attraenti”. Queste vengono preferite dalle donne “di più durante i loro giorni fertili”. E’ quanto l’autrice Martie Haselton, PhD asserisce.

Bad boys? Dipende dai periodi… e dalla fertilità!

La dottoressa Haselton nel suo libro tratta la teoria dei “geni buoni”, che fa riferimento alla selezione del compagno. Egli spiega che le donne, proprio come le femmine degli animali, sono attratte da “maschi con tratti associati a geni adatti, da trasmettere alla loro prole”. Questo tipo è chiamato di “Sexy Cad”. Nelle altre tre settimane del mese, invece, la preferenza delle donne ricade su uomini con carattere sicuramente migliore.

Li sceglieranno attenti, premurosi, responsabili e disponibili. Così, a lungo andare, si preferisce, quale partner, un buon padre. Altro che bad boys. Certo, si può ancora tornare a desiderare Colin Farrell durante il periodo di fertilità. Haselton, a tal proposito, si esprime così: “Data la forte domanda di maschi alfa con un lato dolce e premuroso, sembra che le donne abbiano imparato a scegliere il maschio affidabile che avrebbe aiutato per il nido”. Una scelta romantica, quindi. Si opta per la disponibilità, a scapito degli ormoni.

Ma è una scelta che diviene controllabile una volta conosciute le forze che stanno alla base di questi comportamenti. Per questo motivo l’educazione ormonale, secondo Haselton, è uno strumento per l’empowerment femminile. E ci si può autoconvincere parlandosi in questa maniera: “Ok, ora mi piace lui. Ma è una scelta legata al momento, non al lungo termine”.

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