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Dieta Paleo, mangiare più pesce come i cavernicoli

Merluzzo, platessa etc. Questi gli alimenti da includere nella propria alimentazione per essere un vero “uomo delle caverne”: lo rivela una ricerca dell’Università di Lund

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Ne avete mai sentito parlare? La dieta Paleo, o Paleolitica che dir si voglia, è un regime alimentare molto popolare soprattutto negli Stati Uniti. Il motivo? Non prevede troppi limiti. Niente ansia da calorie perché per dimagrire il vero segreto è prediligere quei cibi che consumavano i nostri antenati. Ovvero verdura, frutta, noci, radici, piccole quantità di carne magra e, soprattutto, pesce.

Dieta Paleo, sì al pesce

Ebbene sì, ad affermarlo, stando a quanto riporta il Daily Mail, sono stati gli osteologi Adam Boethius e Torbjörn Ahlström dell’Università di Lund. Analizzando gli scheletri di 80 persone che vivevano nella Scandinavia meridionale circa 10.000 anni fa, hanno scoperto che la loro fonte principale di proteine era proprio il pesce.L’importanza del pesce nella dieta si è dimostrata superiore al previsto. Se vuoi dunque seguire una dieta Paleo devi includere questo alimento in generose quantità” – ha detto Boethius.

La ricerca

Dallo studio è inoltre emerso che, in base alla zona di provenienza, variava il tipo di alimentazione. Coloro che vivevano in prossimità di ambienti marini erano soliti nutrirsi con pesci quali aringa, eglefino, spinarolo e platessa. Chi, invece, abitava nelle zone di acqua dolce aveva come fonte principale di proteine la bottatrice, il luccio e il persico. I ricercatori hanno dunque avuto modo di osservare che la pesca era dominante in tutti i siti investigati.

Nell’insediamento di Norje Sunnansund, più della metà del consumo di proteine proveniva dal pesce, il 10% dalle foche e circa il 37% dai mammiferi terrestri come cinghiali e cervi. Appena il 3%, invece, da funghi, bacche e noci” – ha detto Boethius. Ma non è tutto. “Sull’isola di Gotland, in cui non c’erano mammiferi terrestri a parte le lepri, la percentuale di proteine provenienti dal pesce era persino più alta, arrivando quasi al 60%. Qui le foche hanno sostituito i mammiferi terrestri rappresentando quasi il 40% della fonte proteica” – ha concluso il ricercatore.

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