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Notifica dopo notifica il cervello si danneggia

Una ricerca svela come una notifica può rivelarsi dannosa per il cervello, specialmente se arriva mentre ci si sta dedicando ad un’altra attività

Notifica smartphone
milindri-istock

Sul fatto che gli smatphone possano creare dipendenza gli studiosi sono, ormai, sostanzialmente d’accordo. Quali siano le reali conseguenze di tale dipendenza è uno dei principali aspetti al vaglio di molte ricerche. Una delle più recenti si concentra sugli effetti che la continua pioggia di notifiche genera nel nostro cervello. E i risultati non sembrano affatto confortanti. Secondo quanto emerso, infatti, il susseguirsi di notifiche sullo schermo dello smartphone può arrecare perisno danni al cervello. Notifica dopo notifica la chimica del cervello verrebbe alterata. Provocando cali di concentrazione e prestazioni. Business Insider UK spiega come gli studiosi sono giunti a tali conclusioni.

L’attesa e l’arrivo di una notifica minano l’efficenza del cervello

Il problema principale legato al flusso continuo di notifiche sullo schermo dello smartphone è la necessità di distogliere continuamente l’attenzione da ciò che si sta facendo. Ad ogni nuova notifica si deve interrompere l’attività in corso per leggerne il contenuto. E l’eventuale attesa della notifica successiva impedirebbe di rimanere concentrati. Ogni volta che si interrompe l’attività in corso per controllare lo smartphone, il cervello si ritrova a dover ricominciare da capo. Questo comporta uno stress eccessivo. Al quale si aggiunge il continuo stato di allerta legato all’attesa inconscia del suono del telefono. E quando arriva il fatidico “bip” la reazione dell’organismo è quella di produrre gli ormoni dello stress. Reagisce, in sostanza, come una preda braccata da un predatore.

La continua interruzione e ripresa di un’attività da parte del cervello viene chiamata dagli scienziati “tempo di commutazione”. E arreca danni alla chimica del cervello. Sui lunghi tempi, infatti, si assiste ad un calo delle prestazioni. Che può raggiungere, secondo gli studiosi, anche il 40%.

smartphone

La dipendenza dagli smartphone non è meno dannosa di altre

E’ stato Hyung Suk Seo, professore di neuroradiologia presso l’Università della Corea a Seoul, a condurre la ricerca. Lo studioso ha esaminato un gruppo di 19 adolescenti ai quali è stata diagnosticata una dipendenza da smartphone. Al campione è stato contrapposto un gruppo di controllo di coetanei non dipendenti. Ai gruppi sono state poste anche delle domande sulla gravità della loro dipendenza e su come ha influito sulla loro vita. Ed in particolare sulla routine quotidiana, sulla vita sociale, sulla produttività, sul sonno e sui sentimenti.  Il gruppo dei giovani dipendenti riscontra una maggiore propensione all’ansia, alla depressione, all’isonnia e all’impulsività. Nei casi più gravi, il distacco dal cellulare può provocare veri e prorpi stati di panico. Mentre l’attesa continua di una notifica provoca la produzione di cortisolo al suo arrivo. Con conseguente accelerazione del battito cardiaco.

Ma non è finita, fissare a lungo, giorno e sera, lo schermo di un cellulare può provocare anche un’alterazione dei ritmi di sonno e veglia. Il display acceso, infatti, inibisce la produzione di melatonina, l’ormone del sonno. E, dunque, potrebbe risultare più difficile addormentarsi. Con questo gli studiosi non intendono demonizzare l’uso degli smartphone. Un utilizzo corretto, infatti, risulta positivo e stimolante. La cosa importante è prevenire lo sviluppo di una pericolosa dipendenza. E contrastarne i sintomi qualora si presentino.

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