L’autostima è mutabile, e cambia sistematicamente durante le varie fasi della vita. Lo conferma uno studio dell’Università di Berna, pubblicato sull’American Journal of Psychology, che ha voluto creare una sorta di ‘tracciato’ dell’autostima durante l’arco di vita di una persona. Ovvero, identificare le fasi di età in cui è in crescita, quando si consolida, e quando declina. Giungendo ad una interessante conclusione: quando è al suo apice?

La parabola dell’autostima

Lo studio ha preso in considerazione un campione di persone (oltre 164 mila) di età compresa tra i 4 e i 94 anni. Persone di diversi gruppi etnici, genere, origine e contesto socio-culturale. Naturalmente è stato considerato che ogni fascia di età ha i suoi picchi di autostima in base a periodi più felici, successi, conquiste. Per esempio in età scolare si hanno impennate di autostima quando si superano gli esami. Da adulti, quando si fa uno scatto lavorativo. Oppure quando si hanno successi relazionali. Al contrario, momenti di conflitto, eventi stressanti, problemi di salute fanno scendere l’asticella dell’amor proprio. Inoltre, lo studio è stato comparato con 191 precedenti ricerche e articoli sullo stesso tema.

Esiste, secondo gli studiosi, un pattern. Che vede l’autostima nascere tra i 4 e gli 11 anni, quando i bambini iniziano ad sviluppare un certo grado di indipendenza. Quindi crescere durante la pubertà e la prima adolescenza, tra gli 11 e i 15 anni. Nonostante si pensi comunemente che i ‘turbamenti’ di questa importante fase di cambiamento rendano insicuri i ragazzi, lo studio rileva una certa stabilità nella loro autostima (non diminuisce né aumenta). Finita l’adolescenza e man mano che ci si avvicina all’età adulta l’autostima ricomincia a crescere. Per poi consolidarsi intorno ai 30-40 anni, continuando ad aumentare durante l’età adulta fino a raggiungere il picco massimo tra i 50 e i 60. Per poi riscendere con l’età, ma non prima degli 80 anni.

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