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Il Cammino di Santiago

Ultreja! Sus eja!, “Ancora più in là, ancora più in alto!”. E’ il saluto che, da più di 1000 anni, si scambiano i “pellegrini” che percorrono il Cammino di Santiago, un viaggio di quasi 880 chilometri da percorrere a piedi, a cavallo o in bicicletta e che dura dai 25 ai 28 giorni.

Santiago
courtesy of ©Fundación Grupo Eroski

Viaggiatori solitari, amici in gruppo, curiosi e avventurieri, fedeli o scettici, anonimi o famosi… Quelli del Camino,
insomma, pronti a percorrere quasi 800 chilometri lungo la parte nord
della Penisola Iberica, a piedi, a cavallo o in bicicletta. Un
viaggio che dura dai 25 ai 28 giorni. I valichi dei Pirenei come punto
di partenza e come meta il capoluogo della Galizia, Santiago de
Compostela e la sua Cattedrale
, costruita a partire dal 1070, nella
Plaza do Obradoiro, che accoglie le reliquie del Santo. La Cattedrale
di Santiago, qui finisce tutto.

Parlare del Cammino vuol dire fondere mito, fede, arte e turismo, senza
poterli separare. Vuol dire parlare di un percorso che oggi è stato
dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Unesco e dal quale, nel corso dei
secoli, nacquero città e villaggi, arti, letteratura e musica e, cosa
ancora più importante, una coscienza comune del Continente. “L’Europa è nata dai pellegrinaggi a Santiago”, queste le parole del poeta tedesco Goethe in un’epoca in cui il Cammino era già leggenda.

Ma cominciamo dall’inizio. Anno 813. L’eremita Paio nel cuore delle
estreme propaggini della Terra, la Galizia, rinviene la tomba di
Giacomo il Maggiore, il figlio del Tuono cui, secondo la tradizione, va
il merito di aver evangelizzato la Penisola Iberica settentrionale. Il mito dell’apostolo Giacomo, che faceva parte del gruppo ristretto di discepoli di Gesù, fu uno dei più potenti del Medioevo.
Con questa leggenda da sfondo, non sorprende come la tomba
dell’apostolo sia diventata un magnete per i cristiani di tutto il
mondo, al pari di Roma e Gerusalemme.

Da ogni angolo d’Europa arrivavano santi, nobili, re, avventurieri e
mendicanti, seguendo la “Via Lattea”, verso il nord-ovest della Spagna
per visitare la tomba dell’apostolo Giacomo. A inaugurare l’itinerario
di Santiago de Compostela fu, stando alla tradizione popolare, Carlo
Magno, per redimersi dalle proprie colpe.

Fu Dante poi a dare il nome di “pellegrinaggio” a quel flusso umano di
viandanti che, guidati dal sole e dalle stelle, attraversava i campi di
tutto il mondo, sviluppando intensi scambi culturali. Non è da
sottovalutare la forte attrazione che esercitava questo viaggio ai
confini del mondo conosciuto. La
Galizia, nota anche come Finis Terrae, era il luogo più lontano che
dominava il misterioso “Mare Oceano”, l’Atlantico dai confini ignoti
.

Per il Cammino di quest’anno si attendono centinaia di migliaia di pellegrini, dal momento che il 2004 è il primo Giacobeo o Anno Santo del nuovo millennio, poiché il 25 luglio, giorno di San Giacomo, cade di domenica.

Un viaggio spirituale sì ma non solo. Questa la stessa
risposta di tutti quelli che il Cammino l’hanno fatto. Bisogna
sperimentarlo per rendersi conto di cosa sia. Si va alla ricerca di sé
stessi e si ritrovano anche gli altri, in ogni tappa e negli ostelli
che ti ospitano fino alla meta finale, davanti all’altare
dell’Apostolo. E qui la sorpresa di Santiago, città millenaria, per
alcuni l’accesso al paradiso, reale e metaforico.
Pellegrini in viaggio. Le Città Sante

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