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A spasso per la Swinging London

Una mostra presso la galleria ONO Arte Contemporanea di Bologna, analizza quel fenomeno culturale, sociale, musicale, modaiolo che è passato alla storia come Swinging London, partendo dal capolavoro di Antonioni Blow Up

Brian Duffy, Shrimpton e Stamp
Brian Duffy, Shrimpton e Stamp

Un’affascinante fotografo londinese si inoltra per una sua ricerca, che presto diventerà una vera e propria indagine, in quell’ambiente ricco, raffinato, innovativo, colto e modaiolo che rappresenta la Swinging London: questa è la trama, a grandissime linee, di Blow Up, film cult di Michelangelo Antonioni. E’ proprio da questa pellicola che ha immortalato un’epoca che parte la mostra ‘Blow Up: Antonioni e la fine della Swinging London’, presso la galleria ONO Arte Contemporanea di Bologna. L’enorme fenomeno culturale, sociale e artistico che ha investito la capitale britannica a partire dalla metà degli anni Sessanta è il punto focale della ricerca di ONO Arte, che lo analizza a partire dal film di Antonioni in quanto emblema, ma anche un po’ ‘canto del cigno’, della Swinging London. Il protagonista infatti lotta ad un concerto per conquistare il manico della chitarra sfasciata del chitarrista degli Yarbirds, per poi abbandonarlo all’uscita dal locale: simbolicamente Antonioni volle rappresentare l’inizio del disinteresse verso il consumismo che aveva investito gli anni Sessanta. Disinteresse che porterà, verso la fine del decennio, ad una nuova cultura giovanile in rivolta e indirizzata verso la controcultura.

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Ma torniamo alla mostra, che, partendo dal film e dalle immagini di backstage, si rivolge alla città di Londra e a tutto ciò che si può identificare con l’etichetta di Swinging London. Moda ed editoria, musica, arte, protagonisti. Tra gli artisti in mostra in questa sezione: Brian Duffy, Terry O’Neill e Justin De Villeneuve che immortalarono non solo le modelle che hanno fatto la storia del mestiere come Twiggy, Jean Shrimpton, Veruschka, Jane Birkin, ma anche i luoghi da loro frequentati divenuti riferimenti di culto. La metropoli era allora la capitale delle nuove mode, ed era qui che nascevano le boutique e i saloni di bellezza gli stessi che lasceranno un’impronta indelebile nell’immaginario collettivo. Basti pensare all’atelier di Mary Quant, inventrice della minigonna, o BIBA il negozio di Barbara Hulanicki, o Carnaby Street via dello shopping e di ritrovi; e ancora i saloni di parrucchieri come Vidal Sassoon o Leonard che crearono quei tagli e quei make up che resero le protagoniste del periodo vere e proprie icone, imitate sino ai giorni nostri.

Impossibile parlare della Swinging London senza soffermarsi sulla musica: nacquero allora gruppi che il pubblico elevò allo status di divinità. Pensiamo ovviamente ai Beatles, ai Rolling Stones, ai Cream, agli Yardbirds, agli Who. La mostra è realizzata in collaborazione con Ben Sherman – il camiciaio di Carnaby Street -in occasione dell’anniversario per la celebrazione dei 50 anni del brand.

Nel bookshop della ONO sarà disponibile per l’intero periodo della mostra il volume celebrativo 1963-2013 Cinquant’anni di Cultura dello Stile Britannico realizzato in tiratura limitata per celebrare un’eredità sviluppata in mezzo secolo di storia del brand, e alcuni capi in edizione limitata. Sabato 6 aprile sarà inoltre presentato il volume Swinging City, edito da Feltrinelli, in cui Valentina Agostinis analizza e celebra gli anni in cui Antonioni era a Londra per girare Blow Up. Sabato 14 aprile invece la mostra si arricchirà di una nuova sezione in collaborazione con la Biblioteca della Moda di Milano: una decina di numeri di Vogue, Harper’s Bazaar e Nova degli anni Sessanta che illustrano a pieno la moda e il costume in evoluzione a Londra.

Blow Up: Antonioni e la fine della Swinging London
15 marzo 2013 – 2 maggio 2013
ONO Arte Contemporanea
Bologna Via Santa Margherita 10
www.onoarte.com