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Scarpe estreme tra dolore e piacere

Shoes: Pleasure and Pain. Scarpe dolorose tra agonia e ossessione: la mostra al Victoria and Albert Museum

Scarpe donna
Photo by Andrew Bradley

Quanto è breve il passo tra glamour e ossessione? E quanto è doloroso il confine tra sacrificio e agonia? Shoes: Pleasure and Pain è la mostra che il Victoria and Albert Museum di Londra dedica all’ossessione per le scarpe femminili, e soprattutto ai modelli che hanno fatto la storia del costume a suon di costrizioni e dolore. Posture innaturali, fasciature strettissime, tacchi impossibili: le scarpe da donna sono uno dei feticci per eccellenza: la mostra individua alcune paia che sconfinano tra euforica ossessione fashion e aspetti agonizzanti dell’indossarle.


High & Mighty shoot, American Vogue. February 1995 (model: Nadja Auermann) Dolce & Gabbana suit, Summer 1995 © Estate of Helmut Newton / Maconochie Photography

Aperta al pubblico dal 13 giugno 2015 al 31 gennaio 2016, l’esposizione conta 200 modelli tra antichi e contemporanei, scovati dalla curatrice Helen Persson tra collezioni private e museali, e copre un arco temporale che va dai sandali dell’antico Egitto alle scarpe realizzate con la stampa 3D di oggi. Non mancano scarpe iconiche, indossate da Marilyn Monroe, la Regina Vittoria, Sarah Jessica Parker e le creazioni di alcuni dei nomi più prestigiosi del settore, come Manolo Blahnik, Christian Louboutin, Jimmy Choo e Prada. Accanto ad esse, le prime zeppe, realizzate nel 16esimo secolo per evitare di insudiciare l’orlo delle gonne nella sporcizia delle strade, piattaforme al cui confronto i plateau di oggi impallidiscono. Scarpe da ballo tra le più strette, calzature nuziali da tenere in equilibrio fra due dita, sandali con stiletto impossibili e calzature la cui forma a malapena rivela la possibilità di indossarle. E persino le scarpe che fecero cadere Naomi Cambpell sulla passerella di Vivienne Westwood nel 1993.


Wedding toe-knob paduka, silver and gold over wood, India, 1800s © Victoria and Albert Museum, London

La mostra si suddivide su due piani. Il primo include la sezione ‘Transformation’, dedicata a scarpe che ormai appartengono al mito (le varie rivisitazioni della scarpetta di Cenerentola, per esempio) e a quelle che hanno influenzato più di altre il folklore e il costume; continua con ‘Status’, ovvero il modo in cui le scarpe differenziano classi sociali e ceti economici; e si conclude con ‘Seduction’, parte dedicata alla scarpa come emblema dell’empowerment sessuale e come forma di piacere feticista. Il secondo piano invece sarà dedicato al processo creativo che esiste dietro l’industria della scarpa, con tanto di schizzi di designer, strumenti utilizzati dagli artigiani per creare quelle che diventeranno scarpe leggendarie. Il percorso si chiude con una riflessione sulla produzione e il consumo, tematica che abbraccia non solo l’età contemporanea ma anche il 18esimo secolo, e che si conclude con le collezioni private di alcune shoes-addicted.


Chopines, Punched kid leather over carved pine, Venice, Italy, c. 1600, V&A © Victoria and Albert Museum, London

Shoes: Pleasure and Pain
dal 13 giugno 2015 al 31 gennaio 2016
Victioria & Albert Museum
Cromwell Road, London SW7 2RL

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