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Architettura e fotografia: la mostra

Concrete – Photography and Architecture è l’esposizione fotografica che riflette sul legame tra immagine e percezione delle città

Michael Wesely, Candian Embassy
© Michael Wesely/Courtesy Galerie Fahnemann

Il legame tra architettura e fotografia è estremamente intenso, a volte più di quanto si tenda ad immaginare. Le fotografie trasformano il volume in superficie, alterano la percezione degli spazi, omettono o evidenziano forme. Questa è sicuramente una delle ragioni per cui gli architetti spesso pretendono di venire coinvolti negli shooting dei loro edifici: il lavoro del fotografo architettonico diventa una sorta di strumento, di alleato, che può immortalare la l’opera nell’ora zero, quella in cui la costruzione è finita e ancora non vi sono segni del tempo o dell’utilizzo.

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La mostra Concrete – Photography and Architecture esplora proprio il legame tra le due discipline, indagando sul concetto di agglomerato urbano – città, l’esperienza fisica del viverci e il modo in cui viene narrata dalle immagini. Tante le domande a cui tenta di rispondere l’esposizione che si tiene al Fotomuseum Winterthur di Zurigo, esplorando temi storici e ideologici, ma anche aspetti più tecnici come le forme e i materiali architettonici, nell’immagine fotografica. E non mancano excursus sull’estetica visiva di edifici distrutti o in rovina, in quanto emblema di fragilità. Fino a che punto la fotografia influisce sulla percezione architettonica? Come riesce un’immagine a rendere ‘vivo’ un edificio? Come si sviluppano gli agglomerati urbani? Ovviamente una mostra con questi obbiettivi non può esimersi dall’abbracciare tematiche sociali: come viene percepito un luogo attraverso i suoi edifici? Qual è l’essenza del vivere e dell’abitare in diverse città?

L’esposizione non segue un percorso cronologico, ma piuttosto accosta e contrappone tematiche. Architetture prestigiose ed edifici comuni, strutture che vertono su assi orizzontali o verticali, case e fantasie utopiche, progetti e realtà, splendore e decadenza. Più di 400 immagini frutto del lavoro di fotografi più o meno famosi del 19esimo, 20esimo e 21esimo secolo, tra cui William Henry Fox Talbot, Domenico Bresolin e Charles Marville, Germaine Krull, Lucia Moholy, Julius Shulman, Georg Aerni, Iwan Baan, Luisa Lambri e Hiroshi Sugimoto.

Concrete – Photography and Architecture
Fino al 20 maggio 2013
Fotomuseum Winterthur (Main Hall + Gallery + Gallery of Collection)
A cura di Thomas Seelig
Assistente alle ricerche Daniela Janser

Nell’immagine:
Michael Wesely

Canadian Embassy, Leipziger Platz, Berlin (5.2.2003 – 28.4.2005)

C-print, 125 x 175 cm
Galerie Fahnemann, Berlin
© Michael Wesely/Courtesy Galerie Fahnemann