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La tv delle donne

Il piccolo schermo concede sempre più spazio a figure femminili contemporanee e impegnate

Marinella Soldi
LaPresse

Dalla rilevazione effettuata sui principali programmi di approfondimento serale, è emerso che la presenza delle donne nella tv generalista è ancora oggi poco gratificante. Nonostante sia ancora difficile parlare di valorizzazione della donna sul piccolo schermo, qualcosa sta cambiando.
L’immagine delle donne in televisione sta subendo una trasformazione radicale e dopo anni di mercificazione del femminile, viene dato sempre più spazio a figure di donna nuove e moderne e con una dignità precisa.

Un esempio di questa svolta si è registrato nel 2012 con la trasmissione “Amore criminale” condotta da Luisa Ranieri. Il programma, in prima serata su Rai Tre, ha raccontato storie forti di donne sommerse e umiliate dalla violenza maschile e di donne riuscite a spezzare la catena degli abusi. Temi delicati che hanno riscosso grande successo nella fascia oraria prime time.
Una tv quindi più dedita all’approfondimento, decisa a compiere una rivoluzione culturale, a partire anche dalla pubblicità.
Il movimento “Se Non Ora Quando” si presenta all’appuntamento elettorale del 2013 con un manifesto pubblicitario che chiede a tutte le forze politiche di impegnarsi per un’Italia nuova, che faccia spazio alle differenze delle donne. E lancia una campagna di mobilitazione intitolata “Un paese per donne: le parole per dirlo”, raccolta corale delle condizioni, delle idee e dei desideri delle donne, dal Sud al Nord, dalle città alle province. Lo spot “Senza le donne non si governa”, verrà trasmesso sulle emittenti nazionali e i media locali che vorranno ospitarlo per ricordare che non basta mettere le donne in lista: bisogna votarle e farle partecipare in modo attivo al governo del Paese.

La televisione sta cambiando, tanto che in un convegno sul ruolo della donna in tv , Gubitosi,  il direttore generale della Rai, ha sottolineato lo sforzo della televisione pubblica per “dare una percezione della donna più contemporanea e impegnata”, citando come esempio una prossima fiction che ha per protagonista un sindaco donna della Locride che combatte la ‘Ndrangheta. “Bisogna lavorare perché diventi automatica la presenza femminile”, ha auspicato Gubitosi.

Intanto in questi giorni Discovery Italia è divenuto terzo editore televisivo italiano in termini di audience share complessiva dopo Rai e Mediaset. Ma la grande notizia è che a capo di questo polo tv c’è una donna, Marinella Soldi, amministratore delegato di Discovery  Italia, che vanta uno staff di dirigenti donne.
“Nel mio piccolo penso di poter aiutare i vertici delle aziende a capire che si può essere donne e insieme interlocutori interessanti. –spiega Marinella Soldi – Noi donne ancora non siamo consapevoli e brave a gestire il potere, ma non dobbiamo averne paura perché è solo con il potere che cambi le cose”.