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Se una modella mangia stoffa per restare magra

Il lato oscuro del mondo della moda raccontato in un libro shock da chi lo conosce a fondo: The Vogue Factor

Modelle nel backstage
Foto: Ilaria Magliocchetti Lombi @ Nexta 2013

Fare la modella è il sogno di tantissime ragazze: le creature che sfilano in passerella creano i canoni di bellezza a cui tutte devono adeguarsi, per poter indossare con altrettanta grazia gli abiti disegnati dagli stilisti. La vita di un mannequin però non è affatto idilliaca, anzi: The Vogue Factor, un libro-testimonianza di Kirstie Clements, ex editor di Vogue Australia per ben 13 anni, è l’ultima rivelazione sul mondo della moda che ha scioccato l’opinione pubblica.

La Clements racconta infatti a quali ritmi massacranti siano sottoposte le modelle, e quali sacrifici sono disposte a fare pur di poter continuare a lavorare, tra cui anche quello di farsi asportare il seno da un chirurgo estetico per ottenere l’effetto stampella con il vestito addosso. Per le modelle non c’è nulla di strano se una collega viene ricoverata per disidratazione e reidratata tramite un sondino, e sono in molte a ingoiare cotone e pezzi di stoffa per ridurre i morsi della fame.

L’appetito infatti è il loro peggior nemico, soprattutto per quelle che rientrano nella categoria Fit, e cioè quella delle modelle su cui gli stilisti provano i vestiti: manichini umani obbligati a ridurre al minimo il loro volume corporeo per non uscire dal giro. La Clements sottolinea come solo nel mondo della moda abusi del genere siano permessi, e come tutte le campagne anti-anoressia promosse fino ad oggi siano state vane. Le modelle scheletriche sfilano ancora dappertutto, e la regola è ancora quella di morire di fame se si vuole lavorare.

C’è chi ha visto nella testimonianza della Clements una vendetta nei confronti di Vogue, ma le passerelle odierne sembrano purtroppo confermare ciò che sostiene: le sfilate sono composte sempre più da ragazze pelle e ossa, gravemente sottopeso. Un girone infernale in cui tutto è taciuto e nascosto dalla passione per la moda; l’esperta di stile Caryn Franklin sostiene che il libro della Clements, peraltro complice del sistema fino allo scorso maggio ( e cioè quando venne licenziata), sarà ben presto dimenticato: quello che racconta l’editor è risaputo, e se nessuno ha cercato di cambiare le cose fino ad oggi, vuol dire che continueranno a restare così per un bel po’, nonostante sia in gioco la qualità della vita e la salute di tantissime ragazze, anche minorenni.