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Le donne in prima linea per l’ambiente

La lotta al cambiamento climatico vede sempre più donne schierarsi ed ottenere successi

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Lo scorso dicembre a Parigi si è tenuto un importante summit sul cambiamento climatico, in cui sono statti presi degli accordi per contrastare questo pericolo oramai tangibile. L’Huffington Post ha condotto una serie di interviste al World Economic Forum di Davos in merito, e ne è emerso che un nuovo sentimento di ‘umanità’ si sta facendo largo e sta abbattendo barriere tra i protagonisti di questi incontri internazionali, rendendo più facile la negoziazione e aiutando i politici ad osservare il quadro da un punto di vista più ampio e meno rivolto ai propri interessi. 
 
Questi nuovi ‘agenti’ del pensiero green sono spesso donne, sempre più abili nel negoziare, dedicate e di anno in anno con posizioni di maggiore rilievo. C’è per esempio Christiana Figueres, a capo del dipartimento dedicato al clima delle Nazioni Unite, acclamata per agli accordi che è riuscita a far siglare a ben 196 paesi. Non è raro sentirla indirizzata come colei che ‘sta salvando il mondo’, ma secondo Figueres la sua abilità sta semplicemente nel riportare il dibattito su un livello di umanità che è mancato per troppi anni in favore di questioni economiche e interessi dei singoli stati. 
 
Altra figura chiave di questo cambiamento di prospettiva è Rachel Kyte, l’inviata speciale della Banca Mondiale a questi summit internazionali sul clima, che sottolinea come gli interventi delle donne in questo settore stiano spostando l’asse dalle questioni politiche a quelle più viscerali: il futuro del mondo, dei nostri figli, la necessità di adattarsi al mondo che cambia. E poi c’è Laurence Tubiana, coordinatrice delle negoziazioni tra il governo francese e Mary Robinson, inviata dalle Nazioni Unite al summit di Parigi, che è riuscita a instillare un senso di responsabilità a tutti i presenti con il suo accorato discorso.  
 
Qualcuno la chiama ‘diplomacy of love’, definizione che secondo Nigel Topping, capo di We Mean Bussiness (coalizione di aziende impegnata nell’abbattere le emissioni) implica non l’amore nel senso tenero e sentimentale del termine (che sarebbe anche un po’ stereotipato visto che si riferisce alle donne), ma nel senso di impegno, di lotta per una causa che riguarda tutti ed è più grande degli interessi dei singoli.