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Lego: non si gioca con l’Artico

Gli omini in plastica più famosi dell’infanzia scendono in campo con Greepeace per difendere l’integrità del Polo Nord dalla minacciato dalle attività compagnia petrolifera Shell.

I Lego per la difesa dell'Artico
Courtesy of©greenpeace.org

Maschi e femmine, tutti in tenera età si sono lasciati sedurre dal fascino dei famosi Lego, quelle costruzioni in grado di solleticare la fantasia e l’estro creativo di piccoli costruttori realizzati da una delle aziende più amate al mondo da grandi e piccini. Quello che era semplicemente un gioco, oggigiorno si è vestito di serietà portando i famosi ed amatissimi pupazzi a scendere in campo a fianco di Greenpeace, organizzazione non governativa da sempre impegnata nella risoluzione di problemi a carattere ambientale, scesa in campo in quest’occasione per la campagna in difesa dell’Artico.

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Per cosa si battono? Vogliono rompere l’accordo pubblicitario stipulato tra la compagnia di giocattoli danese e la multinazionale petrolifera Shell, impegnata proprio in questo remoto angolo della terra per estrarne petrolio, una mossa nociva che avrebbe effetti devastanti sull’ambiente e su tutti i suoi abitanti.

I giocattoli da sempre hanno un’immagine pulita, serena e spensierata e, secondo quanto dichiarano gli ambientalisti, non sarebbe affatto giusto associarli ad una delle aziende più inquinanti del Pianeta, una mossa ritenuta scorretta e attutata solo per nascondere, con la magia e la positività della Lego, il suo operato aggressivo che sta seriamente aggravando gli equilibri di uno degli ecosistemi più delicati e importanti del Pianeta.

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Ecco che allora gli omini della Lego hanno letteralmente invaso i punti cult delle città italiane arrampicandosi su monumenti e invadendo luoghi di maggior affollamento andando dalla torre di Pisa a Piazza San Pietro o ancora per il Duomo di Milano, tutto ciò per far sentire la propria voce. Giorno dopo giorno sono tante le risposta da parte degli animi sensibili che hanno teso la mano a questa petizione mondiale tanto che, in soli dieci giorni, sono state raccolte oltre 325 mila firme che hanno a cuore tutelare l’immaginazione dei bambini.

Greenpeace ha inoltre realizzato un video in collaborazione con l’agenzia creativa DON’T PANIC per tentare di convincere Lego a ripensare il loro rapporto con la Shell. La risposta arriva via Twitter dove, nella pagina ufficiale della compagnia dei mattoncini, si legge: “Siamo rattristati che il marchio Lego sia usato come strumento in qualsiasi tipo di disputa tra organizzazioni”.

Vedi il video della campagna LEGO: Everything is NOT awesome

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