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Penne da Nobel (al femminile)

Ecco le donne che hanno vinto il prestigioso Premio per la Letteratura. Unica italiana, Grazia Deledda

scrittrice sarda
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Dal 1901 ad oggi sono solo tredici le donne che si sono aggiudicate il Premio Nobel per la Letteratura. Tra queste figura la “nostra” Grazia Deledda “per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano”.

Grazia Deledda nacque a Nuoro nel 1871 ed esordì come scrittrice a diciassette anni, con alcuni racconti pubblicati su una rivista. Qualche anno dopo, nel 1892 per la precisione, pubblicò il suo primo romanzo dal titolo Fior di Sardegna: da allora pubblicò una quarantina di volumi di romanzi e racconti, tra cui ricordiamo Amore regale (1892), Anime oneste (1895), La giustizia (1899), Elias Portolu (1900 – considerata una delle sue migliori opere), Cenere (1903), L’edera (1908 – con una splendida descrizione del paesaggio e dei costumi della Sardegna), Colombi e sparvieri (1912), Canne al vento (1919 – altro suo romanzo di grandissimo successo).

Intanto, per quel che riguarda la sua vita, nel 1899 la scrittrice si trasferisce a Roma e l’anno successivo sposa Palmiro Madesani, con il quale avrà due figli, Franz e Sardus. A Roma Grazia Deledda conduce una vita appartata. Lei stessa ha tratto dai suoi romanzi qualche dramma, come, per esempio, L’edera e Cenere. È stata anche traduttrice e poetessa. Un tumore di cui soffriva da tempo la portò alla morte il 15 agosto 1936. Postumo (nel 1937) uscirà il romanzo Cosima, che è una sorta di autobiografia romanzata.

Il fatto che nelle sue opere ricorrano spesso paesaggi e figure del folclore sardo potrebbe da alcuni essere visto come appartenenza al filone della letteratura veristica di fine Ottocento ma, a ben guardare, per Grazia Deledda è un modo per esprimere il proprio lirismo definito “inquieto”: paesaggi e personaggi, infatti, vengono trasformati in protagonisti di un mondo mitico e primordiale. Inoltre, in questo mondo deleddiano, le ragioni sociali ed economiche cedono il passo a uno sguardo sulle creature chiuse e pervase da un misticismo e da un superstizioso moralismo.

Alice Munro è la tredicesima donna ad aver vinto il Premio Nobel per la letteratura per via dei suoi racconti brevi. La prima donna ad aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento fu Selma Lagerlöf (1858-1940), nel 1909 “per l’elevato idealismo, la vivida immaginazione e la percezione spirituale che caratterizzano le sue opere”. Nel 1926 Grazia Deledda, mentre nel 1928 fu la volta di Sigrid Undset. Seguono Pearl Buck (1938), Gabriela Mistral nel 1945, Nelly Sachs nel 1966 insieme a Shmuel Agnon. Nadine Gordimer ha vinto il Premio nel 1991 perché “con la sua scrittura epica magnifica – nelle parole di Alfred Nobel – è stata di notevole beneficio all’umanità”.

Il 1993 è la volta di Toni Morrison, mentre nel ’96 la poetessa Wislawa Szymborska ha vinto il Nobel nel 1996 “per la poesia che con ironica precisione permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti di realtà umana”. Seguono la scrittrice austriaca Elfriede Jelinek e Doris Lessing alla quale viene assegnato il Nobel nel 2007. il 2009 è la volta di Herta Müller perché “ con la concentrazione della poesia e la franchezza della prosa, dipinge il panorama dello spodestato”.

Ad Alice Munro il Premio Nobel 2013 perchè “maestra del racconto breve contemporaneo”. 82 anni, canadese, considerata la più grande scrittrice vivente di racconti. Alla Munro l’Accademia consegna 8 milioni di corone (pari a circa 900mila euro).