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Max Paiella va in scena: il tradimento diventa comico

Il “ruggente” conduttore andrà in scena presso il Teatro Olimpico di Roma dal 28 ottobre al 9 novembre con una commedia sui sentimenti e sulle difficoltà d’amare

Max Paiella
Courtesy of ©Max Paiella 
La vita consiste nel farsi una ragione di quello che accade. Ma se qualcosa accade in amore, tutto diventa più difficile. Ne sa qualcosa il personaggio di Valerio che, nella commedia teatrale “Anche se sei stonato”, in scena presso il Teatro Olimpico, a Roma, dal 28 ottobre al 9 novembre, cercherà di aiutare Giacomo, interpretato da Marco Presta, con le parole ma soprattutto con la musica. E si parlerà di tradimenti e di sentimenti, di amore e di rancore. 
 
Ma, una volta smessa la “maschera” di Valerio, rimane Max Paiella, il “ruggente” comico 45enne, conduttore della trasmissione radiofonica “Il ruggito del coniglio” su Rai Radio 2 e bravissimo imitatore di politici e personaggi dello spettacolo. Nonché anche bravo cantante nella band Blues Willies, assieme al Greg della coppia Lillo & Greg. E, lontano dal palco, Max è tutta un’altra persona.
 
Raccontami il tuo ruolo nella nuova commedia teatrale “Anche se sei stonato”.
Sono il proprietario di un locale dove canto e suono. Ma divento anche il maestro di canto di Valerio, sotto consiglio del suo psicologo, a cui si era rivolto dopo essere stato lasciato dalla moglie. Eppure non riesce a sfogarsi, ad imparare, in preda ai suoi problemi sentimentali. Il mio personaggio, invece, è molto più donnaiolo, superficiale, e dispensa consigli per fargli superare questo lutto. Ma, con il passare del tempo, qualcosa cambia. Per entrambi.
 
Ma, nella vita reale, tu come gestisci i sentimenti?
Sono molto diverso dal mio personaggio, sono molto più serio. Fino a trent’anni, invece, ho vissuto lunghi periodi di gran leggerezza. Alternando storie a cose più futili. Oggi ho raggiunto la mia stabilità.
 
Hai da dire qualcosa a chi ancora questa stabilità non l’ha raggiunta? 
I “giovani d’oggi” siano molto diversi da come erano quelli della mia generazione. Penso abbiano, sentimentalmente parlando, più possibilità. Credo sappiano riconoscere l’amore, ma che si facciano condizionare dalle condizioni di vita attuali, sicuramente complicati. Quelli della mia età, o poco più grandi, sembra soffrano un po’ della sindrome di Peter Pan, un po’ come il protagonista della commedia. Però è frutto anche delle circostanze della vita, che ti portano a cercare cose a volte più leggere, altre più serie.
Tu perdoneresti un eventuale tradimento?
Non lo so, credo che occorra trovarsi in una situazione del genere. In passato ero molto restio al perdono. Forse in un primo momento sì, se c’è un reale pentimento, ma poi il rapporto si deteriora.
Mai stato tradito?
Che io sappia no. Magari potrebbe essere anche successo. Però è capitato di aver lasciato, o di esser lasciato per qualcun altro. Forse è una situazione peggiore dello stesso tradimento.
Sei stato spesso definito un “comico di sinistra”. Lo chiedo a te perché io non l’ho mai capito: che differenza c’è con la comicità di destra?
Sai che sinceramente non l’ho mai capita neanche io? C’è stato un tempo in cui i personaggi politici “parodizzabili” erano più di destra, ma  ovviamente non era una costante. Se ci aggiungi che attualmente anche le concezioni politiche di sinistra e destra sono un po’ confuse, si potrebbe dire che tale distinzione nella comicità non abbia più senso.
 
In quale altro modo sta cambiando la comicità?
Vedo poche novità in tv, si ride poco. Ma sul web e in radio sì, è molto più facile.
 
Ma è possibile ridere nonostante la situazione precaria italiana?
Ridere non soltanto è importante, ma è indispensabile. Ma non bisogna dimenticare quello che c’è attorno. Ci deve essere il giusto equilibrio, far ridere anche con battute “amare”, che stimolino la riflessione con un sorriso.
 
Teatro, radio, musica, televisione. L’anno scorso anche il cinema. Ma tu, “da grande”, cosa vorresti fare?
Mi piace andare dove mi porta la passione, scegliendo le sfide che posso accettare. E se fosse ancora il cinema, ben venga. 
 
Il tuo sogno nel cassetto.
I miei sogni cerco sempre di realizzarli, è difficile che li lasci nel cassetto. Ma ti potrei dire che sogno di arrampicarmi in cima ad una montagna: ho sempre nutrito profonda invidia nei confronti degli scalatori. Mi piacerebbe farlo. Forse avrò modo di impararlo un giorno, o nella prossima vita, chi lo sa.

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