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Foraging, la cena è selvatica

Raccogliere muschi, licheni, erbe, cortecce, radici e aghi di pino per arricchire le ricette: la cucina si fa wild

Erbe selvatiche
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Si chiama foraging, e per quanto può sembrare innovativa, è una pratica che risale agli albori dell’umanità, quando raccogliere i frutti della natura era la primordiale forma di sostentamento. E non parliamo solo di frutti veri e propri, ma di radici, foglie, muschi, addirittura cortecce di alberi. Sono moltissimi gli elementi assolutamente commestibili e dotati di ottime proprietà nutritive che la natura produce e che potrebbero far parte della nostra dieta, solo che abbiamo disimparato molti dei loro impieghi; salvo qualche nonna che ancora le sa riconoscere, difficilmente siamo informati sulla quantità di erbe selvatiche e radici che invece potremmo raccogliere e mangiare tutti i giorni. Il termine foraging deriva dal mondo animale, e dalla capacità che hanno molte specie selvatiche di riconoscere le risorse di cibo spontaneo che la natura offre.

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In Italia esiste un ‘wild food lab’ che si chiama wood*ing, ed è composto da persone che promuovono la raccolta, la ricerca, la conservazione e l’utilizzo del cibo selvatico attraverso consulenze, corsi di foraging e di cucina, gite guidate, addirittura preparazione di menu degustazione presso la loro sede o a domicilio, per aprire le porte al mondo dei vegetali selvatici meno conosciuti. L’organizzazione nasce da Valeria Margherita Mosca assieme ad esperti (erboristi, chef, tossicologi, biotecnologi), la quale ama esplorare le montagne, i boschi, i prati del suo territorio – la Brianza – in ogni stagione dell’anno e raccogliere ciò che è spontaneamente disponibile in un’ottica di assoluta attenzione e rispetto verso gli ecosistemi. wood*ing si propone di indagare le potenzialità organolettiche, i metodi di raccolta, d’uso e di conservazione per cucinare con ingredienti selvatici.

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Alcuni esempi di ‘spesa selvatica’? I licheni sono per la maggior parte assolutamente commestibili, basta saperli preparare perché possono risultare acidi. Gli alberi, e non solo le loro foglie o aghi, ma la corteccia, essiccata e macinata per venire impiegata negli impasti da forno, i ramoscelli e i germogli, da utilizzare in infusioni, la linfa, che produce uno sciroppo dolce come quello d’acero. E poi naturalmente i fiori, le piante selvatiche (luppolo, ortica, nasturzium, alium, corniolo, rosa canina, rabarbaro, rafano). Naturalmente occorre conoscere e avere dimestichezza con gli utilizzi che si possono fare con questi elementi, ed è anche per questo che wood*ing è a disposizione. Se vi interessa saperne di più su come arricchire la vostra dieta con elementi selvatici e impiegare il tempo libero in rilassanti attività di raccolta, questo è il loro sito ufficiale.