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David Bowie, lo stile leggendario

Un excursus tra i look del musicista che ha cambiato la storia del costume

David Bowie
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Assolutamente impossibile legare a David Bowie l’idea di uno stile, perché forse nessuno più di lui è stato camaleontico, coraggioso, rivoluzionario nel look, mai uguale a sé stesso e tuttavia sempre perfettamente calato nei suoi panni.


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Creatore delle mode, anticipatore dei costumi, leggendari i suoi abiti di scena, i suoi make-up, le sue movenze: intere mostre sono state dedicate a lui (memorabile David Bowie is del Victoria Albert Museum Londra – guarda  le immagini della mostra), libri fotografici continuano ad essere stampati – attualmente in vendita una raccolta Taschen con le immagini scattate al musicista da Mick Rock. Insomma, uno stile inafferrabile e non richiudibile entro pochi termini, ma proviamo a riassumerli.


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Androgino, hippy, spaziale, provocatorio, avanguardista, soul, nobile. Le fasi dello stile di David Bowie passano dalla semi-nudità, al corpo fasciato di tutine extraterrestri, trucco e acconciatura che mai nessun uomo aveva osato sino ad allora, all’estrema androginia, capostipite supremo di quello che oggi chiamiamo stile fluido, in cui maschile e femminile convivono e difficilmente si distinguono. Lasciati alle spalle gli anni della provocazione che rimarranno indelebili nell’immaginario collettivo, arriva il Duca Bianco con il suo stile elegantissimo, curato, raffinato, che contraddistingue un’intera epoca, un gentleman ambiguo e inafferrabile. 


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Immaginiamo di aprire il guardaroba di David Bowie, dagli anni ’60 ad oggi, dove gli abiti sono appesi in ordine cronologico. Troveremmo pantaloni ampi e camicette svolazzanti, per cominciare, con un bocchino per sigarette nello scomparto degli accessori; poi probabilmente verremmo colpiti dalle stampe psichedeliche anni ’70, anche su ampie gonne; ma questo settore dell’armadio lascerebbe presto ampio respiro a tutine spaziali, stivali con zeppe, outfit da extraterrestre, da marziano: sicuramente troveremmo la tutina di Ziggy Stardust disegnata da Freddie Burretti, e una ricca trousse per make-up; nel tempo questo uomo venuto dallo spazio diventa sempre più avant-garde, ed ecco comparire il mitico abito ‘Aladino’ di Kansai Yamamoto.


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Avvicinandoci agli anni ’80 le forme più ampie e morbide delle tute portate con cinture a vita alta, che presto lasceranno spazio ad un Bowie più ‘soul’, con camicia, gilet, pantalone ampio, a volte un cappello. E’ l’epoca del Duca Bianco, dove la raffinatezza prende il posto della provocazione chiassosa; il Duca cambia e trasforma le importanti giacche per adattarle agli stili degli anni che passano, e sicuramente nel guardaroba non mancherebbe la giacca Union Jack firmata Alexander McQueen, fino ad un periodo recente in cui la vena rock ha ricominciato a prevalere negli outfit sempre eleganti. Un’evoluzione perpertua che tutto il mondo oggi piange ma continuerà ad ammirare ancora per molti, molti anni a venire.


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