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Vivo basso e penso alto: un think-net per stare meglio

Dalla negazione del posto fisso come sinonimo di felicità all’Ufficio di Scollocamento, cambiare vita è possibile

Spiaggia corsa
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LLHT una sigla qualunque per un modo di vivere assolutamente non da tutti. Dietro l’acronimo si cela infatti l’attività di un gruppo di professionisti che da tempo sta ripensando gli stili di vita contemporanei secondo una prospettiva meno frenetica. Il blog che ha dato vita al progetto Low Living High Thinking si ispira alla formula che inventata da H. D. Thoreau, ne sintetizza l’intera filosofia trascendentalista di uno stile di vita contrario a quello che stiamo vivendo in Occidente.

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In parole povere il think-net cerca di riflettere sull’attuale modello di vita occidentale, nel quale vede limiti grandi e fonti di insoddisfazioni personali molto grosse. E cerca così di promuovere una decrescita felice, mettendo in discussione stili di vita sbagliati e frenetici. Tutto in una piattaforma online che può essere consultata da chiunque. Inventore del progetto, è Andrea Strozzi, classe 1974, che dopo 15 anni di carriera nella governance e business-administration di alcuni gruppi bancari nazionali, ha deciso di dire basta e trovare nuovi punti di arrivo promuovendosi come guru per le aziende e per i singoli.

E allora cosa vuol dire applicare alla vita i principi della bioeconomia e del cosiddetto downshifting? Un po’ il contrario di quello che ci ripetono da anni i fautori del posto fisso e dello stipendio regolare. Che lavoro e patrimonio sono i valori principali nei quali identificarsi.

Per la filosofia di LLHT invece, il benessere è una questione di relazioni e scommesse sui noi stessi. Come fare però è un altro discorso. E allora per esempio ci si inventa un Ufficio di Scollocamento da dove prendere confidenza con una cultura alternativa della vita e del lavoro più vicina ad aspirazioni personali piuttosto che a modelli collettivi.

Ed è proprio lo stesso Strozzi ad aver raccontato nel suo blog ospitato da Il Fatto Quotidiano, il bilancio del primo anno senza stipendio fisso conclusosi a dicembre 2015. Nell’intervento l’ex business man ha quantificato i giorni di lavoro necessari a sostenere quello stile di vita specifico legato al sistema stesso nel quale era inserito. Risultato? 15 giorni solo per potersi permettere le visite al bar, 11 giorni per i pranzi fuori, 40 giorni per le vacanze e via dicendo. Alla fine Strozzi ha detto basta e ha provato a cambiare vita. A se stesso e agli altri.