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Perché abbiamo paura? Il parere del life coach

Mario Furlan, motivatore personale, spiega il sentimento più antico

Donna paura

Insicurezza, dubbi, oppure tremore e panico. Ciascuno subisce una differente incarnazione del timore e per tutti è un nemico molto arduo da sconfiggere. Per questo nascono nuove professioni che combinando psicologia e un forte senso sociale aiutano a sconfiggere il mostro dentro di noi. Mario Furlan, è il primo docente universitario di Motivazione e crescita personale in Europa, e fondatore dei City Angels, l’associazione di volontari di strada d’emergenza in basco blu e giubba rossa presenti in tutta Italia, identifica la paura come uno degli ostacoli principali nella realizzazione dei propri obbiettivi; e insegna a superarla.

Secondo il coach, la paura è un fantasma, un freno inibitorio, ma non solo. L’aspetto positivo del temere, è collegato alla concezione della paura come energia positiva per comprendere noi stessi e per trovare la giusta motivazione per guardare al futuro con tenacia. La paura nasce da degli stati negativi ed è influenzata dal pensiero pessimista, quel tipo di ragionamento che tende a selezionare, in un determinato problema o pensiero, solamente le caratteristiche più opprimenti. Questo è il cosiddetto “effetto alone”, la presunzione di inquadrare una determinata questione solamente attraverso una minuscola parte, spesso difettosa, del problema, invece di inquadrarlo nella sua complessità. Insomma, spiega Furlan, come salire su un aereo e trovare un buco nel sedile e pensare che la compagnia cade a pezzi e che il nostro volo precipiterà. Secondo il life coach, è importante fermarsi una attimo, al mattino, prima che cominci la giornata e riflettere sulle cose per le quali si è fortunati. La casa, l’affetto, il benessere economico, relativizzando anche i problemi più arditi.

Ma la soluzione finale per trasformare la paura, non eliminandola ma rendendola un motore prezioso di azione e mezzo per affrontare le sfide, consiste nell’affiancare al momento di terrore un pensiero razionale che attivi la parte del cervello responsabile del ragionamento logico. Questo processo può essere portato a termine ricordando, per esempio, il nome degli Apostoli, o altri tipi di sapere nozionistico. Insomma, si può fare molto in prima persona per liberarsi di questo ospite sgradito cambiando i percorsi conosciuti del pensiero quotidiano.

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