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In viaggio con Vespa

Il Museo Piaggio dedica una mostra ai 70 anni della due ruote più glam

speciale 50 Piaggio
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Un viaggio lungo 70 anni: era il 23 aprile 1946 e veniva brevettata la Vespa. Lo scooter della Piaggio è ancora uno dei simboli del design italiano, conosciuto in tutto il mondo. Da Vacanze romane alla celebre 50 Special dei Lunapop, lo “specialino” anni ’50 conta milioni di appassionati alla ricerca dell’ultimo modello in vendita come del primo esemplare.
 
Per celebrare il suo 70esimo compleanno, il Museo Piaggio le dedica una mostra fino al 4 giugno a Pontedera, in provincia di Pisa. La Fondazione Piaggio sottolinea uno degli aspetti più affascinanti ed evocativi della storia dello scooter più venduto nel mondo, che dalla sua nascita ai giorni nostri coinvolge un numero sempre crescente di appassionati: il viaggio. Vespa ha alimentato nei decenni il suo mito quale simbolo di libertà e di movimento. Compagna inseparabile delle prime gite fuoriporta nella società in rapido mutamento degli anni ’50 così come dei riti di passaggio di più di una generazione di giovani (segno al tempo stesso di distinzione e di emancipazione), da sempre è l’intrepida protagonista delle avventure di un grande numero di viaggiatori, alcuni dei quali hanno affrontato sulle sue due ruote delle vere e proprie imprese che hanno colpito l’immaginario di molti.
 
Dal 1946 sono state prodotte oltre 18 milioni di Vespa in tutto il mondo. Un 70esimo che non poteva non essere festeggiato e che Piaggio celebra con una serie speciale e la mostra intitolata “Un’avventura lunga 70 anni”. Tra i motivi del successo figura anche la ragione della nascita della Vespa, colma di speranza e di volontà di dimenticare la Seconda guerra mondiale, in un misto di libertà e spensieratezza che da sempre caratterizzano la due ruote. L’azienda fondata dal ventenne Rinaldo Piaggio nel 1884, infatti, si occupò di aerei durante la guerra, ma il 23 aprile 1946 depositò il brevetto di un veicolo con cui i figli di Rinaldo – Enrico e Armando – intendevano rimettere in moto il Paese. E per farlo cercavano un mezzo a basso costo e di largo consumo: partirono da un motorscooter sul modello delle piccole motociclette per paracadutisti (Paperino, il nome del prototipo MP5): non piacque a Enrico che incaricò Corradino D’Ascanio, ingegnere aeronautico, di rivedere il progetto. L’ingegnere rivoluzionò il prototipo, e, con l’aiuto di Mario D’Este, suo disegnatore di fiducia, arrivò al primo progetto della Vespa, prodotto a Pontedera nell’aprile del 1946. 
 
Il nome del veicolo si deve a Enrico Piaggio che notando la parte centrale molto ampia per accogliere il guidatore e la “vita” stretta del veicolo, esclamò “Sembra una vespa!”. La nascita del “Vespino” 50 (1963), fu l’ultima creatura di D’Ascanio per fare a meno della targa quando diventa obbligatoria per le cilindrate superiori a 50 cc. All’interno dello spazio espositivo, oltre a foto, documentari ed esemplari che hanno segnato la storia italiana, anche una rassegna dedicata a Giorgio Bettinelli, protagonista di celeberrime avventure in Vespa per tutto il mondo. A lui sarà dedicata la serata finale della mostra, il 4 giugno.
 

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