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Quando il museo è donna

Sono sparsi nel mondo e racchiudono curiosità degne del gentil sesso. I Musei delle Donne sono scrigni da scoprire, magari sfruttando anche solo un weekend.

Volubilis, Mosaico di Venere
©Silvio FioreLaPresse

Partiamo dalla Germania che è il Paese europeo con il maggior numero di Musei dedicati alla storia e alla cultura al femminile: c’è il Frauenmuseum di Bonn, quello di Wiesbaden e il Museum der Arbeit di Amburgo. Il più famoso è il Frauenmuseum di Bonn che è nato nella prima metà degli anni ’80 ma affonda le sue radici, come del resto la maggior parte dei Musei delle Donne in Occidente, nel dibattito culturale femminista degli anni ’70.

Ha sede in un grande edificio, 3000 mq, che ospitava magazzini alimentari. Questa sede all’inizio doveva essere temporanea, ma la volontà e le molte iniziative realizzate dalle fondatrici, un tenace e motivato gruppo di donne, l’hanno resa definitiva. Lo spirito del Museo continua ad essere quello di un tempo, il che significa che non si tratta di un luogo statico e chiuso, dedicato esclusivamente alla conservazione della memoria storico-artistica, ma piuttosto di uno spazio di aggregazione, di ricerca e di sperimentazione continua. Una parte del Museo è infatti destinata ad atelier dove le artiste possono realizzare le creazioni da esporre.

Lasciando la Germania per spostarci oltreoceano approdiamo a Washington dove troviamo uno dei più famosi Musei al Femminile del Mondo, il NMWA National Museum of Women in the Arts.
Il Museo è composto dalla collezione di Wilhelmina Cole Holladay e Wallace F. Holladay. La riflessione sulla scarsa visibilità delle artiste donne nei circuiti museali tradizionali spinge, infatti, negli anni 60’ gli Holladay a mettere insieme opere realizzate da artiste donne.

Dal 1980 Wilhelmina impiega le sue energie e le sue risorse nella creazione di un vero e proprio Museo dell’Arte al femminile di cui la sua collezione diventerà il nucleo centrale. Dopo varie location il Museo apre le porte della sua sede definitiva nella primavera del 1987 con la mostra American Women Artists, 1830-1930.

In questi 23 anni il Museo ha continuato ad acquisire importanti opere d’arte realizzate da donne, tra cui alcune di Frida Frida Kahlo, Käthe Kollwitz, Louise Dahl-Wolfe, Lotte Laserstein, fino ad arrivare ad includere nella sua collezione permanente lavori di oltre 800 artiste.

Cambiamo completamente continente ci trasferiamo in Africa, in Senegal, e più precisamente  a 3,5 chilometri al largo di Dakar. Qui, sulla piccola (lunga circa 1 chilometro e larga solo 300 mt.) isola di Gorée, che già dal 1978 è stata proclamata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, si fronteggiano ben due musei.

Da un lato della strada il Museo degli Schiavi, ovvero la casa dalla quale sono transitati milioni di africani fatti schiavi nelle Americhe; dall’altro lato il Museo della donna “Henriette Bathily” o Musée de la Femme Sénégalaise. Fondato nel 1994 è il primo museo africano dedicato alla storia e alla cultura femminile ed ha sede in una abitazione del 1776, tipico esempio di architettura coloniale a due piani con balconi in legno e veranda. Qui, attraverso oggetti di uso quotidiano, strumenti musicali, documenti e foto di donne ritratte ne vari settori dell’organizzazione sociale, viene mostrato il ruolo centrale della donna nella società senegalese.

Informazioni e indirizzi
Frauenmuseum di Bonn
Im Krausfeld 10 – Bonn
www.frauenmuseum.de
NMWA National Museum of Women in the Arts
1250 New York Avenue, N.W.
Washington, DC 20005-3970
www.nmwa.org
Museo della donna “Henriette Bathily”
Isola di Gorée – Senegal
www.insenegal.org/23Turismo/Goree21_Albis.htm 

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