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SOS foreste: le ultime sul Pianeta

Greenpeace lancia l’allarme sui danni della deforestazione, e invita a preservare le aree ancora intatte. Ecco quali sono

Foresta
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Un tempo ricoprivano un’area del pianeta talmente vasta che oggi è difficile immaginarla: le foreste, cuore pulsante della Terra, subiscono di minuto in minuto l’intervento dell’uomo che ne riduce drammaticamente l’estensione. Ogni due secondi un’area grande come un campo da calcio sparisce, metà delle foreste perdute negli ultimi diecimila anni sono state estirpate solo negli ottanta più recenti, distruzione che ha avuto un’impennata a partire dagli anni Settanta, per lasciare spazio a tutto ciò di cui necessita l’industrializzazione.

Distruggere le foreste significa distruggere le specie animali che le abitano, provocando un’ondata di estinzioni tragica soprattutto per quanto riguarda i grandi mammiferi e i primati, significa contribuire a peggiorare il clima mondiale (le foreste trattengono e assorbono quantità inimmaginabili di biossido di carbonio, purificano l’aria, prevengono l’erosione del suolo, riforniscono i bacini d’acqua dolce), significa perseguire la strada dello sviluppo irresponsabile che guarda al profitto immediato anziché tutelare il futuro.

Greenpeace ha promosso diverse campagne per invocare azioni a tutela di questo habitat in pericolo, e attraverso la Giornata Mondiale delle Foreste del 21 marzo ha diffuso una importante numero di informazioni al riguardo. Evidenziando non solo la quantità immensa di biodiversità presente nelle foreste primarie, ma anche quali sono i motori principali della loro distruzione, e di conseguenza i settori dove occorre intervenire (il taglio del legname per la produzione di carta ad esempio, e difatti l’associazione promuove gli ‘scrittori virtuosi’ che hanno deciso di stampare i loro libri solo su pagine riciclate, ma anche la produzione di olio di palma, di carne, di soia, di pellame). Tutte le informazioni qui

Ma quali sono le foreste primarie ancora presenti sulla Terra (incluse quelle tropicali, temperate, boreali, di conifere e di latifoglie, le foreste pluviali, di montagna, di mangrovie)?

In Europa si trova meno del 3% mondiale, e gli ultimi paesaggi forestali  si riducono assai rapidamente. Le foreste boreali, in Scandinavia e in alcune regioni della Russia, sono gli ultimi habitat intatti del nostro continente. La Russia asiatica ospita invece una delle più grandi foreste del mondo, ed è estremamente diversificata, dalle arbustaie alla tundra, e offre l’habitat ideale a moltissime specie animali, tra cui il dell’estremo oriente, l’orso dell’Himalaya, il cervo muschiato e soprattutto la famosa tigre siberiana, ad altissimo rischio di estinzione. L’Asia settentrionale complessivamente ospita circa il 19% delle foreste mondiali. Nel sud-est asiatico e nelle regioni del Pacifico invece si trovano le cosiddette ‘foreste del Paradiso’ (circa il 7% mondiale) e sono quelle che vengono distrutte con il ritmo più veloce del mondo (in Indonesia la deforestazione raggiunge picchi brutali, il 72% delle foreste di questo Paese è già scomparso). Una delle principali cause è la coltivazione della palma da olio, e la conseguenza sono circa 1,8 miliardi di tonnellate di gas serra rilasciati nell’atmosfera. L’8% delle foreste si trova in Africa, altra area geografica che ha perso la maggior parte delle sue foreste primarie in pochi decenni. Il Bacino del Congo è la seconda foresta tropicale della Terra, e qui trovano casa cinque specie di grandi primati. Una grossa fetta delle foreste mondiali si trova in Nord America, circa il 28%, soprattutto tra Canada meridionale e Stati Uniti. Le foreste millenarie qui creano paesaggi da sogno, estremamente diversificati, e assicurano l’habitat a grandi mammiferi come l’orso grizzly, il lupo grigio, il puma. Infine, il più ricco ecosistema del mondo, la Foresta Amazzonica, circa il 5% della superficie terrestre, che sta subendo una deforestazione feroce per far spazio all’allevamento bovino, e in cui l’area più colpita è quella del Brasile, si stima che conservi tra 80 e 120 miliardi di tonnellate di carbonio, ossia una quantità di gas serra pari a cinquanta volte quelle prodotte dagli Stati Uniti in un anno. In tutta l’America Latina si trova il 35% delle foreste del mondo.