Pubblicato il

Vacanze esperienziali, all’origine dei prodotti

Diventare mastra birraia per un weekend, produrre il formaggio, lavorare in fattoria, passare una giornata con un tartufaio: la vacanza 2.0 è fatta di esperienze

Vacanza esperienziale
 thinkstock

Un tempo erano i giovani che andavano a fare la raccolta delle fragole in Danimarca, delle mele in Trentino, la vendemmia nel sud della Francia: lavoretti che si svolgevano in certi periodi dell’anno per racimolare qualche soldo e vivere un’esperienza diversa dal solito. Oggi questa formula, in versione più raffinata, si chiama vacanza esperienziale, ed è la nuova frontiera del turismo che sta diventando sempre più ampia. Non solo frutta da raccogliere, ma formaggi da stagionare, olive da spremere, liquori da distillare, per ritornare all’origine dei prodotti da un lato, e per vivere un’esperienza locale dall’altro, senza limitarsi a ‘visitare’ un luogo, ma vivendolo in uno dei suoi aspetti più emblematici.

Tra le esperienze più caratteristiche che si possano fare in Italia, e che fanno particolarmente impazzire di gioia i turisti stranieri, le giornate con i tartufai a Norcia, alla ricerca del prezioso ‘oro nero’ con tanto di cani al seguito. Oppure nei birrifici artigianali, come avviene in alcuni stabilimenti dell’Alto Adige (presso il Pfefferlechner o il Brauhotel Martinerhof, albergo che ospita l’omonimo birrificio, per citarne alcuni). Sono decine poi le proposte di vacanza con vendemmia nelle aziende vinicole del Chianti, ma anche in Veneto, così come le offerte per fare l’olio in Salento. Appena al di là del confine, in Svizzera, i caseifici aprono le loro porte a chi vuole imparare a fare il formaggio. Nata con la volontà di riavvicinare le persone alla natura Wwoof, associazione del Regno Unito che promuove le vacanze-lavoro in fattoria, dove ci si prende cura degli animali e si coltivano le verdure; ora è approdata anche in Italia: le loro proposte si trovano sul sito wwoof.it.

Leggi anche: L’Italia al lavoro, la mostra fotografica

Tornare, anche solo per un breve periodo, alla natura, partecipare alla produzione di un prodotto a filiera corta, e allo stesso tempo imparare a conoscere l’origine dei prodotti, acquisendo competenze e divertendosi: è la vacanza 2.0. Tuttavia la vacanza esperienziale non nasce solo per il turista che vuole  ‘vivere’ un luogo in un momento di quotidianità locale, ma anche da una strategia imprenditoriale. Diversi imprenditori infatti stanno offrendo questa possibilità, ottava meraviglia del marketing. Le aziende infatti trovano in questa formula una corsia preferenziale per farsi conoscere dal potenziale cliente, facendogli vivere un’esperienza indimenticabile, rendendolo partecipe di un processo che di solito gli è sconosciuto. Alcuni teorici del marketing la chiamano SEM – Strategic Experimental Module, ovvero la strategia per cui un prodotto o un’azienda si fa riconoscere attraverso fasi diverse dalla classica pubblicità: qui si ‘tocca con mano’, si stimolano i cinque sensi, si viene coinvolti dal punto di vista emotivo, si permette al cliente/turista di imparare qualcosa che gli altri non sanno, lo si invita a ‘fare’ e si interagisce direttamente con lui.