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Macro appuntamenti

Con i lavori di Gianni Dessì e Leandro Erlich, il MACRO presenta un nuovo ed interessante progetto espositivo.

Macro appuntamenti

Con i lavori di Gianni Dessì e Leandro Erlich il MACRO presenta  un nuovo progetto espositivo ed ancora un dialogo tra artisti diversi, per ripercorrere i fili della ricerca artistica contemporanea attraversando generazioni e latitudini. E la promozione dell’arte contemporanea romana si affianca così alla scoperta di giovani proposte internazionali.

La personale di Gianni Dessì (Sale MACRO)  a cura di Danilo Eccher, affianca alla produzione inedita realizzata appositamente per il Museo, una ventina circa di grandi opere, a documentare gli ultimi vent’anni di carriera e le evoluzioni di un linguaggio che ha reso la pittura campo di sperimentazione su significato e valore delle forme.

Nelle opere dei primi anni Ottanta la ricerca si concentra sulla materia del tessuto cromatico, con impasti apparentemente monocromi, come l’inconfondibile “giallo Dessì”, dove grafie, volumi, vortici e sciabolate di colore complicano lo spazio della superficie della tela. E la luce rivela una modellazione plastica che evoca immagini elementari ed enigmatiche, simboli segreti da decodificare, che nelle opere successive si organizzano sempre più  attorno ad un centro.

In “Campione” (1988), “Corona (1993), o in “Brillo Ebbro” (1998),un’onda concentrica determina la struttura compositiva, i punti di fuga e gli assi vettoriali, come elemento dinamico e focale di “campi energetici”. Dai primi Novanta intanto il piombo, il legno, il ferro, ed altri materiali entrano nella composizione: una ri-significazione del reale che arriverà ad estendersi all’intero spazio ambientale. Come già in “Edicola Notte” (1991), nell’intervento site-specific per il MACRO, “Camera Picta”, la pittura invade lo spazio espositivo, e l’immagine finale, per nulla semplice o rassicurante, resta in equilibrio tra forma completa e vuoto, l’apparire e l’assenza, il non detto.

E dalla riformulazione del reale di Dessì passiamo nelle Sale Panorama agli sfrontati inganni che Leandro Erlich perpetra ai danni dei luoghi comuni, assumendo la manipolazione percettiva come base della sua formula creativa.

Come già nelle opere che lo hanno rivelato al pubblico internazionale, quali “Elevator” (1995), “Swimming Pool” (1999) e “Bâtiment”, la famosa gigantografia presentata in occasione della Notte Bianca a Parigi del 2004, riproposta qui in modellino, Erlich presenta al Macro quattro installazioni multimediali, creando ambienti dove un forte impianto cinematografico, scenografie dalle atmosfere noir , invitano al pubblico alla suspence, a transitare e vivere un’esperienza narrativa che è prima di tutto un’avventura sulla realtà, le verità apparenti e le maschere rassicuranti.

Situazioni inaspettate ed illusorie invertono ed alterano la percezione dello spazio effettivo in cui si trovano, di ciò che è reale e ciò che non lo è, provocando  “spaesamento” come in Doors (2004), un chiaro riferimento all’allegoria della Caverna di Platone: una sequenza di quattro stanze separate ciascuna da una porta, dove ogni volta tra gli spiragli una luce crea un susseguirsi di aspettative, destinate ad essere sorprese.

In “The Staircase” (2005), una tromba di scale in piano frontale innesca il sovvertimento psicologico degli spazi quotidiani, mentre in  “Broken Glass” (2005), ancora lo specchio (già cifra conoscitiva in “El Living” del 1998, dove l’immagine specchiata e quella ricostruita combaciano in tutto tranne che nella presenza dello spettatore) riflette solo una porzione di realtà, capovolge le prospettive, apre all’inesistente. Alterando lo spazio – dettagli  dall’ambiente domestico di un bagno (100x240x15) – si può stimolare così  una capacità di immaginazione nuova.    
                                                                                                                          
Gianni Dessì
Leandro Erlich
MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma
4 febbraio 2006 – 7 maggio 2006
Via Reggio Emilia, 54 Roma

 

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